L'antidroga va alla Dadone. Scoppia l'ira del centrodestra

Il ministro con idee antiproibizioniste finisce nel mirino. E gli azzurri già la avvertono: "Su questi temi niente sconti"

L'antidroga va alla Dadone. Scoppia l'ira del centrodestra

Fabiana Dadone, quella che per dimostrare di essere ministro per la Gioventù si è fatta fotografare con la maglietta dei Nirvana e i piedi sulla scrivania, ha risposto alla lettera che è stata inviata da 400 digiunatori per la cannabis a Draghi e Speranza. "Mi è stata attribuita la delega di funzioni in materia di politiche antidroga", ha scritto il ministro per rassicurare sul fatto che, compatibilmente con l'emergenza sanitaria, il processo convocatore dei digiunatori inizierà quanto prima. Ma al di là della risposta fornita da Fabiana Dadone a chi protesta per la legalizzazione della cannabis in Italia, a scatenare le polemiche è la conferma alla delega all'antidroga, data dalla stessa Dadone, che nella lettera sottolinea come le sia stata affidata lo scorso 15 marzo.

"Auspicavamo una smentita ma è arrivata una conferma: il premier Draghi ha affidato la delega governativa alle politiche antidroga alla grillina Fabiana Dadone. Per anni FdI ha chiesto l'assegnazione della delega perché era scandaloso che nessuno si occupasse a tempo pieno dell'emergenza droga ma è grave e deludente che per un compito così delicato come la lotta alle dipendenze sia stato scelto un esponente politico firmatario di proposte per legalizzare la cannabis", ha tuonato Giorgia Meloni. Il leader di Fratelli d'Italia è amareggiata dalle scelte di questo governo e non lo nasconde, per poi fare un appello alla coalizione: "Non è questa la discontinuità che ci aspettavamo da Draghi. Rinnovo il mio appello ai partiti di centrodestra che sostengono il governo affinché si facciano sentire con decisione: Fratelli d'Italia lo farà dall'opposizione perché su questi temi non sono accettabili cedimenti e compromessi al ribasso". Categorico anche Matteo Salvini: "La droga, ogni droga, è morte. Nessun regalo agli spacciatori. Viva la Vita e chi non si arrende".

Ma dopo la conferma di Fabiana Dadone, l'intero centrodestra ha espresso fortissime perplessità per questa scelta. Tra i più critici Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "È positivo il fatto che il premier Draghi abbia affidato ad un ministro la delega governativa alle politiche antidroga; è curioso, però, il fatto che la scelta sia ricaduta su Fabiana Dadone, titolare delle politiche giovanili e dichiaratamente antiproibizionista", ha detto il deputato sottolineando che "l'esecutivo, attraverso la sua azione, dovrebbe garantire la promozione e l'indirizzo di politiche per prevenire, monitorare e contrastare il diffondersi delle tossicodipendenze e delle alcool-dipendenze".

Invece, come sostiene Occhiuto, il ministro Dadone "nel recente passato ha più volte sostenuto pubblicamente la liberalizzazione della cannabis, ed ha sottoscritto proposte di legge per la sua legalizzazione". Roberto Occhiuto, quindi, si domanda retoricamente se nel governo non ci fosse un profilo "meno discutibile", auspicando che "la Dadone chiarisca presto e in modo inequivocabile le linee guida attraverso le quali intenderà portare avanti il suo mandato". Il capogruppo, quindi, ha tracciato la linea del suo partito: "Su questi temi Forza Italia e il centrodestra non faranno sconti: la droga è il male assoluto, non esistono droghe di serie A e di serie B".

Dopo le parole di Occhiuto, il M5S si è lamentato di presunte offese nei confronti di Fabiana Dadone. La risposta di Forza Italia è arrivata rapidamente per mezzo di Annaelsa Tartaglione, vice presidente dei deputati di Forza Italia: "Sollevare delle legittime perplessità sull'assegnazione alla Dadone della delega alle politiche antidroga non corrisponde in alcun modo ad una 'offesa' nei confronti del ministro nè, tantomeno, del presidente Draghi. Spiace che la grillina Tripodi utilizzi queste 'armi' dialettiche puerili per derubricare una vicenda che merita attenzione e chiarezza".

Prosegue, poi, Annaelsa Tartaglione: "Il M5S dovrebbe sempre tenere a mente che fa parte di un governo di unità nazionale, sostenuto da una maggioranza eterogenea nei valori e nelle culture. Pertanto, è del tutto normale che chi si è sempre battuto contro la legalizzazione delle droghe, preferendo la vita al limbo diabolico nel quale conducono gli stupefacenti, sollevi dei dubbi su certe scelte". Infine, il vicepresidente dei deputati di FI conclude: "Se poi nel corso di questi mesi la ministra Dadone ha cambiato idea sull'uso delle droghe non può che farci piacere, lo palesi e renda pubblici i suoi nuovi convincimenti".

Sul tema è intervenuta anche Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato e responsabile del movimento azzurro per i rapporti con gli alleati. "Conosciamo le idee del Movimento 5 Stelle sulla cannabis e sono assolutamente distanti dalle nostre. In questi tre anni di legislatura abbiamo rispedito al mittente numerosi tentativi dei grillini di legalizzarla e di certo non abbiamo cambiato idea adesso", ha detto la Ronzulli. La vicepresidente di Forza Italia al Senato, quindi, ha ribadito che "siamo e restiamo contro l'uso di qualsiasi droga e non arretreremo di un millimetro sulla necessità di contrastarne l'utilizzo e di prevenirne le dipendenze".

Maria Teresa Bellucci, deputato e capogruppo per Fratelli d'Italia in Commissione Affari sociali e bicamerale infanzia e adolescenza, afferma: "L'assegnazione della delega per le politiche antidroga al Ministro grillino Dadone è una brutta sorpresa di Pasqua. Il tanto annunciato Governo dei migliori dal Premier Draghi, assegna una delega così delicata al Ministro peggiore. Per 10 anni le sinistre di Governo non hanno assegnato la delega e hanno abbandonato al disinteresse più completo le politiche di contrasto alle dipendenze patologiche, mentre i 5Stelle, e la stessa Dadone, riservavano la loro cieca attenzione unicamente alla liberalizzazione della cannabis".

La Bellucci porta dati concreti a sostegno della sua tesi sull'emergenza drogra in Italia tra i giovani: "Da anni FdI chiede un imponente piano di lotta alla droga, una riforma del sistema dei servizi pubblici e privati per le dipendenze patologiche, oltre al finanziamento del Fondo Nazionale di Lotta alla droga, alla ricostituzione della Consulta degli esperti e alla celebrazione della conferenza nazionale delle politiche antidroga".

In difesa di Fabiana Dadone si è schierato Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera e deputato M5S: "La delega alle politiche sulle droghe alla ministra Dadone ha aperto una gara a chi è più oscurantista, con punte di prepotenza notevoli. Sono assolutamente solidale con Fabiana e sono convinto che lavorerà benissimo. Le critiche sono palesemente aprioristiche e strumentali: confondere le azioni di prevenzione e gestione del complesso fenomeno delle droghe con un generico 'liberi tutti' è frutto di prese di posizione antistoriche che speravamo superate". Il deputato grillino ha concluso: "Presto calendarizzerò la proposta di legge per inserire quei principi nel nostro ordinamento, anche per sostenere il diritto dei malati a curarsi con la cannabis".

Maurizio Gasparri ha rapidamente reagito senza mezze misure alle parole del presidente della commissione Giustizia della Camera: "Leggo che un tale Perantoni apre alla discussione di legge pro droga alla Camera. Non so cosa deciderà Montecitorio ma a Palazzo Madama una legge del genere non passerà mai. Abbiamo votato per Draghi, non per 'droghe'. Chi scherza su questi temi vuol mandare il governo a casa".

L'indignazione del centrodestra compatto ha scatenato l'ira del Movimento 5 Stelle: "Da Forza Italia arrivano critiche pretestuose e discriminatorie contro la scelta di Draghi che ha affidato la delega per le politiche antidroga alla ministra Fabiana Dadone. Non si comprende la natura di questi attacchi al presidente del Consiglio e alla ministra Dadone che, fra l'altro, ha già annunciato di voler convocare la Conferenza nazionale sulle droghe, che dovrebbe riunirsi ogni anno, ma che non viene convocata da 12 anni.

E' palese che ogni forza che siede in Parlamento, a partire dal Movimento 5 Stelle insieme con la ministra Dadone, si batta contro il traffico di stupefacenti portato avanti dalla criminalità organizzata. Quindi questi attacchi appaiono meramente strumentali".

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