Fabiana Dadone torna al centro della polemica politica. Dopo aver pubblicato una fotografia con i piedi sopra il tavolo e la felpa dei Nirvana nel giorno della festa della donna, il ministro grillino delle Politiche giovanili è finito nuovamente nel mirino. Questa volta a far discutere sono alcune indiscrezioni secondo cui all'esponente del Movimento 5 Stelle potrebbe essere affidata la delega governativa alle politiche antidroga. Una notizia che ha scatenato l'ira di Giorgia Meloni, che senza mezzi termini ha criticato l'ipotetica scelta che potrebbe compiere il premier Mario Draghi: "Ci auguriamo che questa notizia non sia confermata e che il governo possa smentirla ufficialmente".
La protesta della leader di Fratelli d'Italia trova fondamenta nel fatto che la Dadone in passato "su questo tema si è distinta unicamente per aver sottoscritto le proposte di legalizzazione della cannabis". Pertanto a suo giudizio sarebbe "molto grave venire a sapere che il compito di combattere l'emergenza droga e dipendenze, che anche a causa del Covid sta assumendo contorni preoccupanti" possa essere affidato all'attuale ministro delle Politiche giovanili. Dunque la Meloni ha lanciato un appello chiaro a Forza Italia e Lega, gli alleati che attualmente sostengono l'esecutivo guidato dall'ex governatore della Bce: "Confido che anche i partiti di centrodestra che siedono nel governo si facciano sentire con forza". Per la presidente di FdI "non è certo questa la discontinuità sulle politiche antidroga, totalmente ignorate da Conte" che ci si sarebbe aspettati dal presidente del Consiglio Draghi.
In realtà non è tardata ad arrivare la conferma dalla stessa Dadone, che in audizione in commissione Affari sociali alla Camera ha dichiarato: "È mia intenzione esercitare in stretta sinergia con quella delle politiche giovanili, guardando non solo ai fenomeni relativi all'uso degli stupefacenti e all'abuso di alcol, ma anche alle altre dipendenze, sempre più aggressive soprattutto nei confronti dei giovani, quale quella dovuta all'utilizzo improprio delle piattaforme digitali".
La legalizzazione della cannabis
Il M5S da tempo continua a sostenere la necessità di legalizzare la cannabis. Perfino nel corso dell'emergenza Coronavirus, precisamente il 4 luglio 2020, il grillino Giuseppe Brescia sul proprio profilo Facebook è tornato sul tema per ribadire l'importanza di un'iniziativa in questo senso: "Se non ora, quando? Se non ora che (almeno in teoria) ci sarebbe una maggioranza parlamentare disposta a farlo... Se non ora che il Paese ha bisogno di idee nuove e vincenti per ripartire... Se non ora che abbiamo compreso fino in fondo tutte le potenzialità di questa pianta straordinaria... Se non ora, quando?".
Pure Beppe Grillo sul suo blog ha più volte insistito per arrivare alla legalizzazione. A supporto della sua posizione ha fatto riferimento a uno studio condotto da David Nutt dell'Università di Bristol che ha stilato la classifica delle 20 droghe più pericolose al mondo tenendo presente tre fattori: il danno fisico, la dipendenza e il danno sociale.
Dalla tabella si evince che il risultato ha confermato la pericolosità di alcune droghe come l'eroina, "ma in altri casi ha accertato l'estrema pericolosità di sostanze reputate erroneamente “leggere”, come l’alcol o il tabacco, entrambe nettamente sopra alla cannabis".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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