Dai centri sociali ai centri estetici I grillini hanno rivoluzionato solo il look

Addio felpa, sì cravatta: così è cambiato lo stile M5S in 4 anni di potere

Dai centri sociali ai centri estetici I grillini hanno rivoluzionato solo il look

Onestà, austerità, mandiamoli tutti a casa. Gli slogan del Movimento 5 Stelle, ripetuti come un mantra fino allo sfinimento, li conosciamo tutti. Sono sempre gli stessi. A cambiare in questi ultimi tempi è stato invece l'outfit: le felpe e gli zainetti degli esordi, il mix and match di stili improbabili e i mollettoni nei capelli hanno lasciato il posto a mise ricercate, a immancabili completi giacca pantalone e persino a qualche borsa griffata fra le esponenti femminili, accessorio glamour e irrinunciabile in ogni guardaroba che si rispetti. Del resto le cose belle piacciono a tutti. E costano.

Già si dimezzano lo stipendio e già hanno rinunciato alle auto blu, vogliamo negare ai parlamentari pentastellati qualche piccolo sfizio e qualche innocente lusso? Giammai. Se, a onor del vero, la cifra stilistica del giovane vicepresidente della Camera è identificabile sin dagli esordi romani - e ben prima nello struscio domenicale sul corso della natìa Avellino - nel completo blu navy e nella cravatta in varie tonalità di azzurro, ad esser mutata nel tempo è la fattura degli abiti: non più prêt-à-porter low cost ma impeccabile taglio sartoriale.

Discorso diverso per Di Battista, l'uomo delle piazze, l'adolescente che nella sua cameretta sognava la revolución. Una volta in Parlamento la prima rivoluzione che ha messo in atto è stata nel look: via sciarponi no global e t-shirt col volto del «Che», benvenuti abiti blu e cravatte regimental. Mica nel salotto di Porta a Porta possiamo sfigurare.

Il maglione di lana grezza extralarge in un imbarazzante color marrone sfoggiato nel video in cui si presentò alle «Parlamentarie» campane nel 2013 è per Roberto Fico un lontano ricordo. Il detentore dell'ortodossia grillina presiede oggi la Commissione di Vigilanza Rai in eleganti abiti blu o grigi. E con una chioma brizzolata assai meno scapigliata.

Dallo zainetto al completo il salto è stato netto anche per il senatore palermitano Vito Crimi, che si è lasciato contagiare dal lusso che si respira una volta varcata la soglia del fastoso Palazzo Madama.

Il fascino dei palazzi della politica e delle boutique del centro non ha ovviamente lasciato indifferenti neanche le colleghe «cittadine» grilline. Et voilà, il salto dal centro sociale al centro estetico è presto fatto. Si possono combattere i privilegi della casta anche con un filo di rossetto rosso. Che sarà mai.

Ne sa qualcosa Roberta Lombardi: gli occhiali con le lenti spesse, il viso totalmente struccato e i capelli un po' in disordine non fanno più parte del suo modo di presentarsi.

Delle mèches color miele ben fatte aiutano sicuramente a risollevare il morale dalle tante amarezze che le note vicende capitoline riservano alla deputata romana.

Persino la pasionaria Paola Taverna ha abbandonato i comodi jeans in favore di tailleur e tacchi, decisamente più femminili. Anche l'occhio vuole la sua parte.

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