Dalle deleghe di Fitto alla Rai. L'ipotesi di un sottosegretario per curare gli Affari europei

L'agenda al ritorno della premier. Spunta la possibilità di promuovere Ylenia Lucaselli

Dalle deleghe di Fitto alla Rai. L'ipotesi di un sottosegretario per curare gli Affari europei
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Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni rientra a Roma dal viaggio negli Stati Uniti e ritrova sul tavolo di Palazzo Chigi due dossier «caldi», da chiudere in fretta: la nomina di Cda e vertici Rai e la redistribuzione delle tre deleghe in capo a Raffaele Fitto, promosso commissario Ue. Una mini-agenda che segnerà il cammino della maggioranza nelle prossime settimane. Al ministero retto da Fitto facevano capo tre deleghe: Affari europei, Pnrr e Coesione. Un portafoglio robusto, che il premier Meloni vorrebbe spacchettare, aprendo le porte del governo a un sottosegretario in quota Fratelli d'Italia. La delega di peso, Pnrr, dovrebbe passare direttamente nelle mani della presidenza del Consiglio. Gli Affari europei potrebbero finire nelle mani di un sottosegretario che andrà individuato entro mese. Il più accreditato è quello della parlamentare Fdi Ylenia Lucaselli, alla seconda legislatura e molto vicina al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. Lucaselli, che già ambiva all'ingresso nel governo due anni, potrebbe essere promossa con la poltrona di sottosegretario agli Affari europei. C'è poi la terza delega, Coesione territoriale. Anche in questo caso, nessuna nomina. La competenza potrebbe essere riassorbita nel ministero del Sud guidato da Nello Musumeci. Uno schema studiato per non aprire una trattativa politica con gli alleati. C'è però il tema della quarta gamba centrista. Il partito di Maurizio Lupi non ha alcuna rappresentanza nel governo. E spera di recuperare un incarico, soprattutto dopo che la pattuglia parlamentare è destinata a crescere con gli arrivi di Carfagna, Gelmini e Versace. Il secondo fronte caldo da spegnere velocemente è quello sul rinnovo dei vertici Rai. Sono le due le partite aperte. La prima, giovedì in Parlamento. Camera e Senato dovranno eleggere i quattro componenti del Cda Rai. A metà mattinata di ieri circola l'ipotesi di un rinvio del voto. Il secondo nel giro di un mese. Scenario poi smentito. La maggioranza dà ordine perentorio ai deputati e senatori: «Tutti in Aula giovedì alle 9,30». Al momento, la votazione è confermata. I numeri non sono un ostacolo per la maggioranza. Dovrebbe filare tutto liscio. Fdi punta su Valeria Falcone, in alternativa c'è Federica Nargi, la Lega su Antonio Marano. Lo scoglio vero si aprirà in commissione Vigilanza Rai. Nel passaggio in Vigilanza, i nomi per le poltrone di Ad e presidente, indicati dal Mef, devono incassare i 2/3 dei voti favorevoli. Si tratta di 28 voti per ottenere il via libera. Il centrodestra parte da 25 voti. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti dovrebbe indicare Giampaolo Rossi per il ruolo di ad e Simona Agnes (in quota Forza Italia) per la casella di presidente. Nessun ostacolo sul meloniano Rossi. Le opposizioni non vogliono votare Agnes. Per sfondare quota 28, la maggioranza avrebbe recuperato due voti: l'ex calendiana Mariastella Gelmini, che farebbe così il suo esordio nel centrodestra, e la renziana Dafne Musolino. Mancherebbe così un voto al traguardo. Le opposizioni, per ora, minacciano di disertare la seduta. Il colpo di scena potrebbe arrivare dal fronte grillino. Conte sarebbe tentato dall'accordo con Meloni pur di conservare una sfera di influenza in Rai e far fuori il Pd dalla trattativa. L'obiettivo dell'ex premier grillino è la conferma di Alessandro De Majo nel Cda. Pd e Avs temono il blitz dei Cinque stelle.

Non è un caso che ieri Angelo Bonelli (Verdi) e Stefano Graziano (Pd), due componenti della Vigilanza, hanno avuto un lungo colloquio con Barbara Floridia, presidente della commissione. Il Pd vuole trascinare i grillini sull'Aventino.

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