La quarta gamba della coalizione di centrodestra vuole fare sul serio. Il restyling del simbolo, l'adesione al Partito Popolare Europeo, il desiderio di agire come calamita per gli scontenti, l'ambizione di intercettare un vero voto di opinione. «A noi non interessa essere un cespuglio, che è una definizione della seconda Repubblica. Abbiamo il nostro orgoglio che non è un cespuglio, è un seme», dice il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi, nell'intervento conclusivo dell'assemblea nazionale del partito.
In prima fila ad ascoltarlo ci sono alcuni volti noti, figure di formazione democristiana come Saverio Romano, oggi coordinatore del partito, o come Totò Cuffaro, ma non solo, perché a fare notizia sono soprattutto loro, le ex ministre di Forza Italia. Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace dopo il tentativo, non andato a buon fine, di costruire un vero Terzo Polo non incardinato nell'edificio del centrosinistra. E con loro oggi c'è anche Michela Vittoria Brambilla. «La casa naturale del centro è nel centrodestra ed è qui che vogliamo farlo crescere» dice Mariastella Gelmini, nominata in giornata nuova capogruppo al Senato. «Tutto questo, per far emergere in maniera chiara l'anima moderata, popolare e riformista di questo centrodestra. L'Italia con Giorgia Meloni torna protagonista in Europa, come Noi Moderati siamo pronti a fare la nostra parte». Mara Carfagna ricorda il suo percorso politico e umano, gli insulti e le illazioni con cui ha dovuto fare i conti, la sua capacità di resistere e fortificarsi. Poi disegna il ruolo di Noi Moderati attraverso i colori della responsabilità. «Il nostro centro deve essere il luogo della ragionevolezza, del buonsenso, della responsabilità, della serietà. Serve il coraggio di chi sa che fare politica significa misurarsi con la realtà. Significa, come diceva De Gasperi, realizzare, non promettere. Il centro deve perciò tornare a essere protagonista con il suo modo serio e responsabile di fare politica». Michela Vittoria Brambilla individua invece in Noi moderati la forza che può davvero rappresentare un nuovo riferimento per gli ambientalisti. «Ho potuto misurare la concretezza di Noi Moderati nella lunga battaglia che abbiamo sostenuto per far passare alla Camera la proposta di legge sui reati contro gli animali. Voglio dirlo con tutta la convinzione che mi deriva da trent'anni di impegno dalla parte della natura e degli animali: in un centrodestra giustamente plurale è a Noi Moderati che devono guardare anche i veri ambientalisti e quelli che amano gli animali e vogliono vederli rispettati».
L'assemblea è anche l'occasione per il ritorno di Giovanni Toti sul palco. L'ex governatore ligure non nasconde l'emozione «dopo una estate difficile in cui la politica è stata messa sotto processo».
E poi si sofferma su quella che suona come una speranza e un auspicio di unità: «Non dispero che la diaspora dei moderati possa finire. Mi auguro che sotto quelle insegne del Ppe tutti i moderati si ritrovino in quella casa di cui c'è tanto bisogno».
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