La «ruspa» forse non è scomparsa, e magari tornerà utile per altre fasi, ma se c'è un mezzo associabile a Matteo Salvini, ora come ora, quello è la «gru». Senza dubbio lo strumento più rappresentativo per i tanti cantieri che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sta visitando in questi giorni. La stessa «gru» che, in via metaforica e non, servirà a rendere il 2023 l'anno dei «record» in termini di opere pubbliche, come proprio il vicepresidente del Consiglio ha assicurato.
In corso, per il capo di Dicastero, c'è un vero e proprio tour lombardo. Due giorni fa, il leader del Carroccio è stato a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi, per visionare il cantiere della S9. Ieri l'ex ministro dell'Interno si è presentato a Como, dove si è svolto anche un summit operativo con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, per via della variante Tremezzina, sulla SS 340 Regina. Oggi è prevista una visita in provincia di Brescia. L'oggetto d'interesse è il cantiere del raccordo autostradale Ospitaletto-Montichiari. Domani Salvini sarà a Cinisello Balsamo, dove verrà inaugurata una piazza. Intanto è stato confermato il ripristino della Lecco-Ballabio, altro risultato che è stato rimarcato. Quattro giorni pieni, dunque, per un'impronta che è appena iniziale e per dei ritmi che dovrebbero accompagnare qualcosa di più dei prossimi mesi. Tenendo conto che gennaio può anche essere il mese decisivo per la rivalutazione di tempistiche e modifiche del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, con la trattativa tra l'esecutivo presieduto da Giorgia Meloni e l'Unione europea.
In ogni caso, la strategia del vertice della Lega è stata chiarita al principio dell'incarico ministeriale e ribadita con questa serie di visite: «Anno nuovo e cantieri che corrono, che partono e che accelerano. Il mio obiettivo è sbloccare, modernizzare, velocizzare perché significa lavoro e sicurezza. Oggi Lodi, domani Como, poi Brescia, Cinisello e Lecco. Conto che il 2023 sia l'anno del record dei cantieri aperti», ha dichiarato Salvini, appena tre giorni fa. Il Pnrr - si sa - comporta e anzi pretende che ora il piede vada sull'acceleratore. C'è poco da tergiversare. Ieri, come anticipato, è stata la giornata di Como. «La variante Tremezzina - ha esordito Salvini - è un cantiere che corre, ne ho sentito parlare da decenni, entro questo inverno partono ufficialmente i lavori, dureranno cinque anni, spero anche qualcosa in meno». Tra i presenti alla riunione citata, che si è svolta nella Prefettura della città lombarda, oltre al ricandidato presidente Fontana, al ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli , al sottosegretario del ministero dell'Interno Nicola Molteni e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione Alessio Butti, pure molti primi cittadini ed i rappresentanti della provincia e dell'Anas. Le esigenze del territorio sono state poste in primo piano. «Se a livello provinciale, di Como - ha aggiunto il vicepremier - , si è convinti di poter gestire meglio la navigazione laghi spendendo di meno e facendo lavorare di più, offrendo un servizio migliore, come ministro sono assolutamente ben disponibile ad ascoltare, a guardare i numeri e a concedere tutte le autonomie del mondo. Il modello Como è perfettamente funzionante». La «gru» - si diceva - finisce così per sostituire la «ruspa», che rimane un simbolo del salvinismo ma che può essere in parte accantonata.
Ma il tour tra i cantieri del leader della Lega può essere utile anche a sottolineare un altro assunto: la Regione Lombardia, che già di per sé costituisce un esempio di funzionalità, può acquisire anche una marcia in più con la rinnovata filiera con il governo di centrodestra.
Fontana, nel frattempo, ha fatto sapere di essere in stretto contatto pure con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che è stato il capo di gabinetto di Matteo Salvini quando quest'ultimo era l'inquilino del Viminale. Lo scopo è quello di «potenziare la presenza delle Forze dell'Ordine e soprattutto di individuare un percorso comune per poter agire direttamente come Regione». Si parla molto pure del ritorno dei vigilantes.
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