Londra. I Conservatori perdono, i Laburisti non sfondano, i Liberali sorprendono e il Sinn Fein rovescia il vecchio equilibrio. A scrutinio non ancora ultimato è la conferma delle previsioni per il rinnovo del Parlamento di Belfast il risultato destinato a scuotere più di tutto la sicumera del Premier britannico Boris Johnson. Se infatti, per la prima volta nella sua storia, ad avere la maggioranza nell'assemblea di Stormont, creata su misura per gli Unionisti, sarà proprio il partito avversario, quello che d'Irlanda del Nord non voleva sentir parlare, allora significa che all'orizzonte si prefigurano nuove tensioni. Se poi, come minacciato, gli Unionisti si rifiuteranno di far parte dì un esecutivo che ha come Primo Ministro il rappresentante nazionalista, allora per il governo di Londra sciogliere il nodo del Protocollo Irlandese diventerà un'impresa ancora più difficile. Una seconda sorpresa delle elezioni in Ulster è il buon risultato dei centristi di Alliance che dimostra la volontà di una parte degli elettori dì smarcarsi una volta per tutte dalle feroci lotte intestine del passato. Il voto amministrativo in Inghilterra, Scozia e Galles ha poi evidenziato la crisi in cui versa il partito Conservatore scosso da troppi scandali e profondamente diviso al proprio interno. A conteggi quasi chiusi i Tories, nella sola Inghilterra, avevano già perso 320 seggi, i Laburisti ne avevano guadagnati 49 e i LiberalDemocratici 183. Un risultato largamente previsto per i primi due, decisamente inatteso per il terzo. Un Johnson affaticato ha ammesso che è stata una notte «dura» per i Conservatori, sebbene «il quadro generale sia costituito da risultati misti». Vero è che il Labour non ha ottenuto i successi sperati fuori Londra, laddove sperava di riparare almeno in parte al disastro delle precedenti elezioni. È riuscito però nell'intento dì strappare al partito di governo tre roccaforti storiche come Wandsworth, Barnet e Westminster. Municipi questi, da decenni in mano ai Conservatori, in cui il cambio di colore è sicuramente più legato agli scandali politici nazionali piuttosto che alle proposte innovative laburiste. Ma i Conservatori hanno perso brutalmente anche in Scozia, dove i Laburisti si sono affermati come secondo partito, dietro al solito Partito Nazionalista Scozzese guidato da Nicola Sturgeon e anche in Galles dove Plaid Cymru e Labour si sono divisi il successo. A fare il pieno di consiglieri sono invece stati quei LiberalDemocratici che sembravano scomparsi dal panorama politico e ai quali invece sembrano essersi rivolti gli elettori sentitisi traditi dai partiti di maggioranza e opposizione. Anche i rappresentanti dei Verdi si sono aggiudicati dei seggi per la prima volta. Starmer ieri è apparso raggiante e ha rivendicato «un grande successo per il partito», ma a rovinargli la festa è giunta la notizia che la polizia di Durham sta nuovamente investigando per capire se il leader dell'opposizione abbia anch'egli violato le regole del lockdown nel corso di una visita nell'ufficio di una parlamentare della cittadina, in cui sarebbe stato filmato mentre beveva una birra. Curioso che la notizia della riapertura dell'indagine sia stata data a elezioni concluse.
Ieri la Bbc ha calcolato in base ai risultati di queste amministrative che, se tutto il Paese avesse votato, i laburisti avrebbero ottenuto il 35 per cento dei voti, contro il 30 dei Tories e il 19 dei LibDem. Per BoJo si preannunciano giorni difficili.
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