Davanti ai pm la giovane che accusa Leonardo. E saranno ascoltate anche le sue amiche

Si cerca il dj Nico, ospite in casa quella notte. Lui non è stato denunciato

Davanti ai pm la giovane che accusa Leonardo. E saranno ascoltate anche le sue amiche
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Mentre il processo mediatico è già in fase avanzata sui quotidiani, finendo per estendersi a tutti i componenti della famiglia, va avanti anche in procura l'inchiesta che vede Leonardo Apache La Russa, figlio 21enne del presidente del Senato, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di una ex compagna di scuola 22enne. E oggi i pm titolari del fascicolo, Letizia Mannella e Rosaria Stagnaro, interrogheranno proprio la presunta vittima, per mettere nero su bianco il suo racconto di quella notte e ricostruire la sequenza di eventi: dall'arrivo alla discoteca Apophis alla lunga amnesia, dal risveglio dopo il black out alla conversazione con Leonardo, fino ai messaggi con le amiche per chiedere che cosa fosse successo e alla decisione, con la madre, di farsi visitare secondo la procedura prevista per i casi di sospetta violenza.

Anche le protagoniste delle chat del giorno dopo, l'amica del cuore della presunta vittima e un'altra conoscente che era presente nel locale milanese, verranno ascoltate tra oggi e domani. Nelle chiacchiere scambiate su WhatsApp con la 22enne, infatti, sono loro a sostenere che la ragazza, prima di sparire, avrebbe cambiato improvvisamente atteggiamento verso le amiche dopo aver bevuto un drink, e insinuando in maniera palese il dubbio che Leonardo l'avesse appunto «drogata». A questo proposito, anche alcuni degli esiti della visita effettuata dalla 22enne alla clinica Mangiagalli il giorno dopo, il 19 maggio, accompagnata dalla madre, sono del massimo interesse per gli inquirenti. Sia per le lievi lesioni riscontrate, che secondo il Corriere della Sera la procura però avrebbe già certificato come «compatibili» con la violenza, che per altri dati sui quali invece c'è ancora molto da chiarire. A cominciare dalle analisi di sangue e urine, per esempio, dalle quali sarebbero emerse solo tracce di cocaina e cannabis, assunte dalla ragazza per sua stessa ammissione, e di benzodiazepine, che potrebbero essere dovute all'assunzione dei farmaci che la 22enne ha riferito di prendere, come Prozac e Xanax, ma non ci sarebbe l'ombra del famigerato Ghb, l'acido -idrossibutirrico, né di altre cosiddette «droghe dello stupro».

Resta dunque da capire come mai la ragazza, quando si è risvegliata la mattina del 19 maggio a casa La Russa, nuda nel letto di Leonardo, non ricordasse non solo nulla di quanto era accaduto in quell'appartamento avendolo scoperto solo grazie al racconto dello stesso ex compagno di scuola ma nemmeno gli eventi che l'avevano portata lì dalla discoteca: i suoi ricordi, stando alla denuncia, si fermano al momento immediatamente successivo a quello in cui, riconosciuto l'ex compagno di scuola all'interno del locale, gli si era avvicinata per salutarlo. Quello che è certo è che la mattina dopo si trovava nella casa del presidente del Senato, tanto che proprio la seconda carica dello Stato l'ha vista, aprendo la porta della stanza del figlio.

In procura oggi si potrebbe anche cercare di capire qualcosa di più sul ruolo dell'amico di Leonardo Apache, fin qui identificato come il dj «Nico», anche lui ospite nella casa dei La Russa quella notte. Anche Nico avrebbe avuto un rapporto sessuale con la 22enne, all'insaputa di quest'ultima, che avrebbe appreso di questa circostanza soltanto la mattina dopo, grazie al racconto di Leonardo. Ma al momento Nico non sarebbe stato ancora denunciato dalla ragazza.

Quanto al processo mediatico, il leader di Azione Carlo Calenda, a proposito dei giornali che descrivono i «figli di La Russa come se fossero una via di mezzo tra gioventù bruciata e arancia meccanica», invita a darsi una calmata. «Sarebbe il caso di fermarsi. Criticare le sparate del padre è doveroso.

Proteggere la ragazza che ha denunciato anche. Ma mettere questi ragazzi nel tritacarne non è decoroso», spiega: «Quanto pagano i La Russa per andare nei club non è materia politica e neppure giudiziaria. È voyeurismo».

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