Altro che notte elettorale. Quella degli ingegneri aerospaziali italiani di fronte agli schermi del centro di controllo di Torino è stata una notte degna di un film di fantascienza. Totalmente in bianco e col fiato tirato e qualche tazza di caffè.
Alle ore 1,14 la sonda Dart della Nasa ha disintegrato un asteroide grande quanto il Colosseo a 12 milioni di chilometri di distanza dalla Terra. E il satellite italiano LiciaCube ha ripreso tutto. Ma non c'è stata nessuna diretta alla Armageddon. Gli scienziati hanno dovuto aspettare tre ore prima di riprendere i contatti con il «computer di bordo». «Sono state le tre ore più lunghe della mia vita - ci racconta David Avino, ceo di Argotec (Torino) che ha realizzato il mini satellite per la missione Nasa - Il tempo non passava più. Poi sono arrivate le prime immagini ed è stata un'emozione indescrivibile. Tutt'ora ho talmente tanta adrenalina addosso che non sento nemmeno la stanchezza».
Già, perchè dietro quelle immagini c'è un lavoro di anni e un team infinito di tecnici e ingegneri. Tutto racchiuso in una specie di drone spaziale, un satellite che misura appena 30 centimetri per 20 per 10. «Quando si va così lontano - spiega Avino - puoi studiare quanto vuoi ma sei sempre nello spazio profondo e può andare male qualsiasi cosa. Possono avvenire cose che non hai calcolato».
Cosa è successo nelle ore di silenzio, prima dell'impatto? È successo che di fatto ha guidato l'AI, l'intelligenza artificiale. Il software ha ricevuto i parametri ottimizzati in base alle sperimentazioni fatte in laboratorio. Il satellite LiciaCube ha iniziato a scattare fotografie da quattro minuti prima dell'impatto, viaggiando a una distanza di 50 chilometri e a una velocità di 7 chilometri al secondo. Poi ha puntato il suo obbiettivo e zac, ha ripreso perfettamente la scena in cui la sonda centra l'asteroide. Regia perfetta. Dall'impatto è scaturita una pioggia di polvere luminosa, come un flash, ben visibile in alcune delle 620 immagine riprese. Luminosa perchè i massi e i detriti schizzati nello spazio dopo l'impatto hanno riflettuto la luce del sole, come se brillassero. Ora le immagini verranno studiate, fotogramma per fotogramma, per capire la natura dei materiali del meteorite.
E qualche soddisfazione più grande c'è del giorno della «missione compiuta» della prima prova di difesa planetaria? Quello in cui l'algoritmo progettato in ogni sua variabile funziona alla perfezione e anche di più?
Quello della sonda Dart è stato solo un test. «Al momento tranquillizziamo tutti, possiamo dormire sonni tranquilli.- spiegano all'agenzia spaziale - Non c'è nessun rischio che un asteroide si diriga sulla terra. Ma ora sappiamo che, anche se dovesse mai capitare, siamo in grado di disintegrarlo».
«È un momento d'oro per le attività spaziali italiane, stiamo investendo tanto nello spazio e si vedono importanti ricadute in termini di missioni e anche di dialogo dell'Italia con i grandi player spaziali nel mondo» commenta il presidente dell'Asi, Giorgio Saccoccia.
Ieri è stato il giorno dei festeggiamenti. Perfino l'home page di Google ha dedicato alla missione l'animazione della pagina.
E anche Thomas Zurbruchen, associate administrator for the Science mission directorate della Nasa, ha fatto i complimenti alla squadra italiana: «Ci siamo svegliati con un enorme successo, ed enorme successo è stato anche di LiciaCube».
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