L’addio al ddl Zan come un paletto piantato nell’alleanza per chiudere definitivamente i rapporti con Italia viva. Nel Movimento 5 Stelle, l’affossamento del testo è visto come il casus belli per mettere le cose in chiaro nella coalizione. “La votazione di ieri al Senato non è stato un piccolo incidente di percorso, è successo qualcosa di pesante, grave per milioni di italiani. Ma dal punto di vista politico è una conferma che il Pd non può seguire ancora Renzi, perché non è affidabile. Cos’altro deve fare per dimostrarlo?”, dice a IlGiornale.it Azzurra Cancelleri, deputata e segretaria di presidenza alla Camera del Movimento 5 Stelle.
Zan unisce i 5 Stelle
Il passaggio a Palazzo Madama, poi, rappresenta allo stesso tempo un momento di riflessione interna, di una rinnovata unità intorno a una battaglia comune. La linea di Giuseppe Conte è stata sposata da tutti, fedelissimi di Di Maio, uomini legati a Beppe Grillo. Nemmeno a microfoni spenti si colgono malumori o distinguo, almeno nelle prime ore post voto. “C’è un sentimento di disgusto che ci unisce. Se si pensa che siamo nel 2021 e c’è chi platealmente gioisce per l'affossamento di una legge di civiltà”, afferma un senatore di spicco del M5S. “Nessuna divisione tra di noi”, sottolinea, gongolante, un deputato, spesso critico con le posizioni di Conte. Ma questa volta allineato all'ex presidente del Consiglio. Al netto degli umori interni, ci sono dei risvolti politici con ripercussioni che si avvertiranno nelle prossime settimane. “Ieri è nata una nuova maggioranza”, ha evidenziato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, puntando il dito contro lo scivolamento di Renzi verso il centrodestra.
Analisi condivisa dai parlamentari del Movimento, come testimoniano le parole di Cancelleri. “Gli interventi degli esponenti renziani sono ogni giorno sempre più vicini a quelli della Lega e di Fratelli d’Italia che a quelli del Partito democratico”, afferma la parlamentare. L'obiettivo è preciso: archiviare qualsiasi ipotesi di coalizione con Iv. Al Senato un esponente del M5S mette il dito nella piaga: “L’errore è stato anche di Letta che ha creduto nella lealtà di Italia viva e continua a sostenere la necessità di un’alleanza che arrivi fino a Renzi e Calenda. Abbiamo visto che questo non è possibile. Inutile insistere”.
La sponda tra alleati giallorossi
Parole che peraltro trovano una sponda anche in un altro alleato dell’ex maggioranza giallorossa. “L’affossamento del ddl Zan è una spia di allarme su cosa ci attende in futuro, dall’elezione del Presidente della Repubblica alle prossime alleanze per le Politiche”, ha dichiarato Luca Pastorino, deputato di Liberi e uguali. “Il modello di coalizione troppo largo non può funzionare”, incalza il parlamentare di Leu, che indica la necessità di fare una sorta di selezione all’ingresso con “una valutazione su chi sono gli interlocutori, in base alla loro affidabilità e alla compatibilità con le posizioni del centrosinistra”.
Una totale comunanza di vedute con i 5 Stelle, che apre una fase nuova, quella in cui Conte che chiede a Letta un approccio diverso in materia di alleanza. E il segretario dem sembra disposto ad abbozzare di fronte alla richiesta dell’alleato: “Si è sancita una rottura, anche di fiducia, a tutto campo, con Italia Viva”, ha affermato il numero uno del Pd.
“Chi reagisce così attaccando subito il Pd - ha affondato il colpo Letta - vuol dire che ha qualcosa da nascondere. Una reazione così vocale, sguaiata da parte di Italia Viva, la dice lunga su tante cose”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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