De Benedetti fonda il suo Domani e assume subito il tesoriere Pd

L'Ingegnere registra la società, Stefano Feltri direttore del nuovo giornale. Zanda si dimette ma resta senatore

De Benedetti fonda il suo Domani e assume subito il tesoriere Pd

Prende forma il nuovo giornale di Carlo De Benedetti. L'ex editore di Repubblica non ha digerito il passaggio della sua ex creatura nelle mani di Elkann e nel giro di pochi giorni ha messo in campo un muovo progetto che punta a prendersi i lettori di sinistra «traditi» dallo «snaturamento» (così secondo De Bendetti) di Repubblica portata «più a destra» (sempre a parere di Cdb) dalla nuova proprietà. Il nome per il quotidiano di De Benedetti è Domani, il direttore sarà Stefano Feltri e non Lucia Annunziata come risultava dalle prime indiscrezioni. Feltri, classe 1984, già vicedirettore del Fatto, dall'anno scorso dirige ProMarket.org, la rivista web dello Stigler Center, il centro di ricerca guidato dall'economista Luigi Zingales alla University of Chicago. Intanto De Benedetti ha già costituito presso un notaio di Torino la «Editoriale DOMANI S.p.A», azionista unico lui stesso, capitale di 10 milioni di euro. Nel cda nel ruolo di presidente De Benedetti ha chiamato una vecchia conoscenza, il senatore Pd Luigi Zanda che era stato già consigliere del gruppo Espresso per un decennio. Zanda ha subito accettato la chiamata dell'Ingegnere e si è dimesso da tesoriere del Pd (restando però senatore), con gli auguri formulati da Zingaretti a nome di tutti i dem «per la sua nuova avventura». La scelta di Zanda fa capire l'ambito politico in cui si collocherà la nuova testata, un giornale di sinistra ma più snello nella foliazione (8 pagine) e con una redazione giovane. Nel cda ci sono poi altre persone di fiducia dell'Ingegnere, da Giovanni Canetta, Chief Investment Officer di De Benedetti, poi Virginia Ripa di Meana (figlia di Vittorio, già consigliere del gruppo Espresso), poi Federica Mariani direttrice del Festival della Tv di Dogliani), il commercialista Massimo Segre e l'avvocato Grazia Volo. Il prossimo step sarà la creazione di una fondazione come figura giuridica a cui attribuire la gestione della testata in modo da garantire maggiore distanza tra giornale ed editore.

Resta da capire quante firme di Repubblica De Benedetti sia in grado di portare nel suo nuovo giornale. Nei giorni scorsi ci sono stati contatti con gli ex direttori Ezio Mauro, Carlo Verdelli, poi con Gad Lerner e Lucia Annunziata. Ma l'offerta non è bastata a convincerli. Dagospia racconta di un battibecco con Ezio Mauro. «Carletto gli ha rinfacciato che fu lui a nominarlo direttore. Eziolo ha replicato per le rime: no, è stato Scalfari, tu avevi scelto Giulio Anselmi».

Potrebbe però esserci un ruolo per la Annunziata, così come per altri nomi conosciuti di Repubblica meno a loro agio con la nuova gestione Elkann-Molinari. Lo scoglio sono i soldi, a Repubblica prendono stipendi faraonici, difficili da replicare in un giornale appena nato.

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