De Luca indagato per corruzione

Si diradano le nebbie attorno all'inchiesta che, tre giorni fa, ha portato alle dimissioni del capo della segreteria politica del governatore campano, Nello Mastursi. E, quel che emerge dal fascicolo, rischia di compromettere la vita stessa della consiliatura regionale ad appena sei mesi dalle elezioni: oltre a Mastursi, infatti, sono indagati per rivelazione di segreto e corruzione a Roma il presidente della Giunta regionale, Vincenzo De Luca; un giudice del tribunale di Napoli, Anna Scognamiglio, e suo marito. In totale, i nomi nel registro delle notizie di reato sono sette.

Per il governatore, che in serata si dichiara «estraneo a qualunque condotta meno che corretta», si tratterebbe di un atto dovuto. A far partire il lavoro degli inquirenti, secondo quanto trapela da piazzale Clodio, sarebbe stata una intercettazione telefonica tra Mastursi e il marito della donna nella quale quest'ultimo avrebbe chiesto un «favore» al potente uomo politico salernitano in cambio di un interessamento della consorte su una vicenda di particolare interesse dell'allora collaboratore di De Luca. Anna Scognamiglio è uno dei tre giudici che, poco prima dell'estate, ha dato il via libera definitivo all'ex sindaco di Salerno revocandogli la sospensione dovuta alla legge Severino. In quei giorni, De Luca si diceva convintissimo della decisione a lui favorevole dell'autorità giudiziaria. Un comportamento che può aver suggerito, oggi, agli investigatori un approfondimento giudiziario.

Nello specifico, però, è bene chiarire, che a De Luca non vengono contestati fatti specifici né risulta direttamente o indirettamente intercettato. Le voci sul coinvolgimento di Mastursi in un fascicolo giudiziario si erano rincorse fin da lunedì scorso, quando - come fulmine a ciel sereno - sono state protocollate e accettate le dimissioni dall'incarico. Surreale è stata la decisione dell'ufficio stampa di Palazzo Santa Lucia di attribuirne la motivazione a uno stress da super-lavoro, essendo Mastursi anche responsabile Organizzazione del Pd campano.

Una tesi, quella del doppio (gravoso) incarico, sostenuta pure dallo stesso governatore che, intervenendo a una trasmissione radiofonica, nella serata di ieri, aveva addirittura scherzato sulla vicenda dando la colpa ai giornali che avevano tributato così tanta attenzione a Mastursi da farlo sembrare «Winston Churchill o Camillo Benso conte di Cavour». In ogni caso, De Luca aveva invitato la magistratura a fare tutti gli accertamenti ritenuti necessari e «di non guardare in faccia a nessuno».

La situazione, invece, è assai diversa. E apre fronti inaspettati anche sulla vita politica della Regione dove il centrodestra e i grillini hanno picchiato duro per conoscere le reali motivazioni dell'addio di uno degli uomini più fidati dello «sceriffo».

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