De Luca invoca lo stop allo sbarco. Ma se lo fa Salvini va sotto processo

Il governatore campano non vuole i clandestini a Salerno perché sulla nave c'è un focolaio Covid. I dem ignorano la sua presa di posizione. E le autorità fanno scendere tutti lo stesso

De Luca invoca lo stop allo sbarco. Ma se lo fa Salvini va sotto processo

La Open Arms a Lampedusa nel 2019. La Ocean Viking ieri a Salerno. Ossia, non tutti gli stop agli sbarchi sono uguali. Nel primo caso, come è noto, la mossa di Salvini e del primo governo Conte è sfociato nel rinvio a giudizio dell'allora ministro dell'Interno per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. A Salerno invece il «no» allo sbarco del governatore campano Vincenzo De Luca, che aveva concesso il via libera solo ai minori non accompagnati, non ha provocato reazioni. Nessuna voce indignata dalla stessa parte politica nella quale milita De Luca, che semmai ha incassato plausi (e perplessità) dal centrodestra, con FdI e Lega che se da un lato appoggiano l'ultima richiesta del presidente, dall'altro chiedono perché De Luca non abbia contestato prima l'indicazione di Salerno, ben distante dal luogo del soccorso in mare, come porto sicuro. E soprattutto, a rimarcare l'uso di due pesi e due misure, è proprio il leader del Carroccio Matteo Salvini, che ieri ha commentato sarcastico. «De Luca (Pd) blocca lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong nel porto di Salerno per Covid. Razzista anche lui?»

A motivare il governatore era stata la notizia dei tanti casi Covid tra i migranti soccorsi in mare dalla Ocean Viking. Appreso del rischio di prendersi in casa un focolaio di contagio, il presidente della Regione era corso ai ripari. «In relazione alla nave Ocean Viking attraccata nel porto di Salerno - senza nessuna comunicazione preventiva - è stata accertata dai primi sbarchi di migranti, la presenza di un numero elevato di soggetti positivi al Covid», ha spiegato De Luca, aggiungendo che «si ritiene indispensabile a questo punto, con la sola eccezione dei minori non accompagnati, il blocco degli sbarchi e lo stato di quarantena a bordo per tutti gli occupanti della nave in attesa della verifica puntuale della situazione sanitaria da parte delle competenti autorità della sanità marittima».

Una presa di posizione, come detto, che a parte indispettire i responsabili della Ong non ha sollevato obiezioni di sorta nel Pd. Della svolta «salviniana» di De Luca, come detto, è stato semmai il centrodestra, con il deputato di FdI Edmondo Cirielli a commentare come, di fronte «all'ennesimo desolante fallimento delle politiche immigrazioniste del ministro dell'Interno e del governo», abbia fatto «bene il governatore della Campania a bloccare lo sbarco dei migranti». Più caustico, invece, sempre in Fratelli d'Italia, il commento del senatore Antonio Iannone, che bacchetta la Lamorgese e tira le orecchie anche a De Luca, che «cerca di correre ai ripari ma ha fatto la figura del turista svedese, governatore per un giorno».

E, nel silenzio assordante di Dem e centrosinistra in genere, a nessuno viene in mente di riservare al governatore campano un trattamento simile a Salvini o anche solo di evocare indagini e procedimenti giudiziari. La sola voce leggermente polemica è quella di Alessandro Porro, presidente di Sos Mediterranee Italia, che sulle parole di De Luca taglia corto: «Oggi a Salerno abbiamo condotto le operazioni di sbarco attenendoci come sempre alle disposizioni delle autorità competenti e senza essere influenzati da dichiarazioni che sembrano per lo più creare allarmismo».

Già, perché alla fine la «dura» presa di posizione del presidente campano è affondata miseramente nel porto di Salerno dove, nonostante l'appello e le richieste di quarantena a bordo arrivate dal comune, lo sbarco dei 387 migranti della Ocean Viking si è svolto

regolarmente. E alla faccia del presunto «focolaio Covid», tutti sono stati accolti dalla protezione civile, fotosegnalati e smistati, dalla sede salernitana del dipartimento, ai centri di accoglienza individuati in tutta Italia.

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