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De Micheli: "Presto decisioni su Atlantia"

Altre novità dall'inchiesta. Aspi prova a smarcarsi e arruola Fincantieri

De Micheli: "Presto decisioni su Atlantia"

Il giorno dopo la tempesta che ha portato agli arresti gli ex vertici di Autostrade, il dossier che riguarda l'uscita dei Benetton dall'azionariato del gruppo è più caldo che mai. Il governo, per voce del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli è tornato a fare pressing rassicurando che, sul passaggio a Cdp, arriverà «una decisione a breve». Dal canto suo, il titolo della controllante Atlantia, mercoledì bersagliato dalle vendite, ha contenuto i danni (-0,90% a 14,90 euro) con la società che ha preso in tutti i modi le distanze dall'inchiesta della Procura di Genova. «Ho provveduto a rimuovere tutta la prima linea dei manager in questo anno e mezzo proprio per evitare influenze di alcun tipo. Da settembre 2019, giorno in cui l'ingegner Castellucci (l'ex ad indagato e agli arresti domiciliari, ndr) ha lasciato l'azienda, non ho avuto alcun contatto nè formale, né informale. Noi siamo tranquilli per la trasparenza delle azioni che abbiamo messo in campo, a partire da un ingente piano di manutenzioni», ha detto ieri Roberto Tomasi, ad di Autostrade.

Lo stesso Tomasi ha annunciato, per fine mese, un accordo con Fincantieri e Ibm per il monitoraggio digitale delle rete: «Entrerà in funzione una piattaforma che consentirà di monitorare le nostre infrastrutture con sistemi di intelligenza artificiale». Una volta a regime saranno circa 4.500 le opere, tra ponti, cavalcavia e gallerie, a essere gestite dalla nuova piattaforma.

Dichiarazioni che tentano di lasciare alle spalle le intercettazioni choc sui pannelli anti rumore «attaccati con il vinavil». Ma anche le «disquisizioni mirabolanti» sulle cause del crollo del ponte Morandi constatate dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. Nella conversazione trovata dagli investigatori del primo gruppo della Gdf, Paolo Berti, ex direttore centrale operativo dell'azienda, proponeva, un mese e mezzo prima del crollo del ponte Morandi, di iniettare aria deumidificata negli stralli per togliere l'umidità . La risposta di Michele Donferri Mitelli, ex responsabile manutenzioni è una prova schiacciante per gli inquirenti: «I cavi sono corrosi», scrive tranchant. A quel punto Berti risponde: «Sti c..., io me ne vado».

Per non parlare delle novità sull'indagine secondo cui «ancora nel 2020, nonostante fosse stato licenziato da più di un anno da Aspi, l'ex ad Giovanni Castellucci cercava nuovi soci per Atlantia e aveva contatti con Sabrina Benetton». Il 3 gennaio 2020 risulta una telefonata tra l'ad di Edizioni Holding Gianni Mion e l'ad di Atlantia Carlo Bertazzo (in foto). «Dalla conversazione - scrive il gip - viene fuori che l'ex ad di Aspi si sta adoperando, in accordo con Ermanno Boffa (marito di Sabrina Benetton) a cercare nuovi azionisti per Atlantia». E Mion dice a Bertazzo che è meglio stare alla larga da Castellucci. In questo scenario, e in attesa degli interrogatori, non sono mancate le prese di posizione politiche. Nel corso di un question time al Senato De Micheli ha ribadito che la trattativa tra Cassa Depositi e Prestiti e Aspi «si muove su prezzi e valori di mercato in termini prospettici e non incrocia altre decisioni che questo Governo dovrà prendere a breve». Una trattativa sulla quale, ha puntualizzato, «il mio ministero non ha competenze». Anche la De Micheli ha però voluto puntualizzare «il cambio di passo avvenuto nell'ultimo anno sulle concessioni» grazie all'introduzione di «controlli diretti da parte della direzione generale delle concessioni».

Insomma, ognuno difende il proprio operato in una vicenda grottesca che riguarda la sicurezza della rete e il futuro assetto societario delle Autostrade. Un dossier che il governo tiene aperto da oltre due anni e sul quale è tornato a minacciare la revoca della concessione, ieri ancora per voce del vice ministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri.

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