Sara Kelany, parlamentare di Fratelli d'Italia e relatrice del decreto Flussi, è una figura di spicco nella maggioranza per le politiche sull'immigrazione. Impegnata nella difesa dei diritti delle donne, ha contribuito in modo determinante alla norma che introduce corsie preferenziali per lavoratrici migranti, con l'obiettivo di proteggerle dai racket e dallo sfruttamento.
Il caso della piccola Yasmine, sopravvissuta ad un naufragio fa discutere. Vi accusano di fare politiche inumane
«Tutto quello che questo governo ha fatto sin dal suo insediamento è stato orientato a bloccare le partenze, e di conseguenza a diminuire le morti in mare. Sa cosa trovo inumano? È inumano che uomini, donne e bambini siano costretti a mettersi nelle mani dei trafficanti rischiando la vita. È inumano speculare su queste tragedie per attaccare il governo. Solo debellando la tratta degli esseri umani punendo questo cinico business, riusciremo ad evitare ulteriori tragedie. Sono orgogliosa che il governo Meloni abbia fatto diminuire del 60% gli sbarchi, anche perché questo ha significato una sensibile diminuzione delle morti in mare».
Anche il decreto flussi va nella direzione di contenere ulteriormente le partenze e quindi le tragedie del mare.
«Certo, ma non solo. Il decreto flussi affronta con molto pragmatismo il tema dell'immigrazione regolare, mettendo finalmente ordine nel sistema del click day, nelle cui falle si era infiltrata la criminalità. Poi ci sono misure importanti contro il caporalato e, una di cui vado particolarmente fiera che garantisce alle lavoratrici donne fino al 40% delle quote complessive degli ingressi per motivi di lavoro in tutti i settori».
Ci spiega di cosa si tratta?
«Con questa disposizione, vengono introdotti canali preferenziali di ingresso in Italia per motivi di lavoro per le donne. Si tratta di una misura che tutela e valorizza le donne e che assicura una migliore gestione dell'impatto sociale dell'immigrazione regolare, considerata la migliore capacità di assorbimento e integrazione dell'immigrazione femminile. Questa misura è un grande strumento di emancipazione e integrazione. Soprattutto attraverso il lavoro si realizza la parità e si mettono a riparo le donne da racket e sfruttamento».
Come spiega il fatto che misure come queste, che mirano alla tutela delle donne migranti, non ricevano il giusto rilievo e vengano ignorate nel dibattito pubblico?
«Ad una sinistra livorosa, che in passato è stata incapace di gestire il fenomeno, non fa comodo parlare di temi come questo perché mette in luce i loro fallimenti. Oggi invece con un governo di destra tuteliamo le donne, anche emancipandole attraverso il lavoro, e privilegiamo l'immigrazione femminile, maggiormente assorbibile nel tessuto sociale. Con un precedente decreto, ad esempio, abbiamo esteso a tutte le donne, non solo a quelle in gravidanza, la seconda accoglienza».
Il Consiglio d'Europa ha criticato duramente l'Italia sulla gestione dei Cpr
«Il Consiglio d'Europa non è un'istituzione dell'UE, ma un'organizzazione internazionale. È lo stesso organismo che poche settimane fa ha accusato la polizia italiana di razzismo: un'uscita scioccante per cui persino il presidente Mattarella ha tributato al capo della polizia Pisani la sua solidarietà.
Il rapporto cita violazioni molto gravi: mi domando perché invece di parlare in un rapporto di violazioni presunte non le abbiano denunciate. Non cadiamo in queste che suonano più che come moniti, come provocazioni ideologiche».
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