"Spostare la Belloni dagli 007 al Colle? Scivoloso, i cittadini non capirebbero"

Il giurista: "Sarebbe un’ammissione di incapacità della politica"

"Spostare la Belloni dagli 007 al Colle? Scivoloso, i cittadini non capirebbero"

Giovanni Guzzetta, noto professore ordinario di Diritto Pubblico, parla di «piano della opportunità più scivoloso» in merito alla ipotesi che Elisabetta Belloni, capo dei servizi segreti, venga proposta dalla politica per il Quirinale.

Si fa un gran parlare di Elisabetta Belloni come prossimo presidente della Repubblica. Sarebbe anomalo?

«Sul piano della legittimità la Costituzione non prevede impedimenti per una simile ipotesi. Il piano della opportunità è ovviamente più scivoloso. Tutto dipende da come la scelta verrà spiegata. Da osservatore la domanda che mi pongo è: quale significato potrebbe assumere una simile scelta nel contesto politico, a dir poco ingarbugliato e critico? Mi pare un'attestazione di una grave difficoltà nell'individuare figure autorevoli pubbliche che raccolgano un sufficiente consenso. In un contesto in cui, le stesse difficoltà si sono registrate nella formazione dei governi, tanto da rendere necessario il ricorso a soluzioni eccezionali e favorite dalla necessaria e straordinaria iniziativa del presidente Mattarella».

Il profilo non si discute.

«Elisabetta Belloni è una figura di elevatissima competenza. Un altissimo funzionario dello Stato, una diplomatica, che oggi opera in uno dei settori più delicati dell'ordinamento: quello dell'intelligence. Immaginare che sia necessario ricorrere a una risorsa così unica, sottraendola a un impegno specialissimo e di grande delicatezza, non pone preoccupazioni con riferimento alle sue capacità di svolgere l'ufficio di Capo dello Stato. Anzi, sono certo che sarebbe un ottimo capo dello Stato».

Quali preoccupazioni?

«La preoccupazione semmai è nel significato simbolico di questa scelta per l'immagine delle forze politiche. Mi pare un'ammissione di incapacità di ricucire un rapporto con i cittadini. Come dire: Nessuno dei personaggi pubblici sulla scena politica è in grado di ottenere un consenso. Ricorriamo a qualcuno che, per dovere d'ufficio, non calca la scena pubblica. Anzi opera, in nome della Repubblica, nel più alto riserbo. Com'è giusto che sia. Tutto si gioca sul modo in cui verrà fatta percepire ai cittadini una tale scelta».

In questa fase, la Costituzione sembra subire più di qualche elasticizzazione. Non le pare?

«Il dibattito Parlamento-governo è abbastanza sui generis al momento. Il discorso sarebbe molto lungo. Non vi sono dubbi che il nostro sistema politico-istituzionale viva una grande difficoltà; e non da oggi. L'eccezionalità della situazione ha solo enfatizzato criticità esistenti. E il procedimento di elezione del presidente rappresenta lo specchio più eloquente di queste difficoltà di sistema. E anche questo, non da oggi».

Tornando alla Belloni: il cosiddetto fronte garantista ha subito alzato un muro. C'era da aspettarselo?

«La domanda conferma quello che dicevo all'inizio sull'immagine della politica che una simile scelta potrebbe restituire all'opinione pubblica. Mi spiego. Io da cittadino non conosco alcuna dichiarazione del Capo del Dis che si riferisca alla politica giudiziaria. E mi pare un bene che sia così.

Una conferma della qualità professionale di chi ha servito lo Stato prima nella diplomazia e poi a capo dell'intelligence. Se nella politica ci si divide tra giustizialista e garantisti con riferimento al suo profilo, non mi pare una buona immagine per la politica».

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