
Una Piazza, mille popoli. Una babele di bandiere. Per il riarmo e anche per il pacifismo. Con il Pd di rito schleiniano che sta in mezzo, per la difesa comune ma contro il piano di riarmo di Ursula von der Leyen. E forse è anche per questo che i politici sono rimasti lontano dal palco della «Piazza per l'Europa» convocata da Michele Serra. Restano ai piedi, ognuno con le proprie bandiere. Azione sventola quella dell'Ucraina, Alleanza Verdi e Sinistra il vessillo arcobaleno della Pace. Il Pd è spaccato, tra chi tiene in mano il drappo dell'Unione europea, chi quello ucraino e non mancano nemmeno le bandiere della Pace. Sul palco spazio ai sindaci, guidati dai primi cittadini di centrosinistra di Roma e Napoli, rispettivamente Roberto Gualtieri e Gaetano Manfredi. Parla solo la società civile, rigorosamente di tendenza progressista. Esordisce Serra, preceduto dall'Inno alla Gioia, dal quale tutto è partito con un appello lanciato su Repubblica. «Siamo in tanti perché siamo un popolo. Una piazza Europea è una piazza di persone che su molte cose non la pensano allo stesso modo», apre la manifestazione di Piazza del Popolo, che è «sold out» per i troppi partecipanti, almeno 30 mila secondo l'organizzazione. «Ai politici che sono qui dico: siete troppo intelligenti. Cercate di essere più stupidi come questa piazza che non sa cosa fare ma cerca di farlo lo stesso», ammette Serra. Insomma, la piazza pattina Serra - «è un grande punto interrogativo di colore blu».
E poi c'è il richiamo a Ventotene, ad Altiero Spinelli. «Il Pd c'è con lo spirito federalista di Ventotene», dice Schlein, che cerca una sintesi ardita tra pacifisti e riformisti di stampo liberal: «Questo è lo spirito con cui il Pd partecipa con grande piacere insieme a tutte queste persone, unite nell'idea che l'Europa debba finalmente diventare un'Europa politica». «Viva la Picierno», accoglie la Schlein un contestatore. Jovanotti, invece, sogna «un'Europa che guardi più a Sud». E poi lo scrittore Antonio Scurati: «Siamo quelli che ripudiano la guerra». Sul palco anche Roberto Vecchioni, che in chiusura canta «Sogna ragazzo sogna», Fabrizio Bentivoglio, Corrado Formigli. Maurizio Landini propone, per il 29 marzo, «una grande assemblea per discutere di pace e disarmo ma anche di lavoro, politica industriale e investimenti». «L'arrendevolezza non ha mai impedito la guerra ma ha sempre agevolato i disegni di sopraffazione», ammonisce in videocollegamento Liliana Segre.
La politica resta nel backstage. E a sinistra è una babele di bandiere e parole d'ordine contrapposte. Se Schlein è per un'Europa politica, Carlo Calenda è convinto: «La pace è garantita da un'Europa forte anche militarmente». La delegazione di Azione sventola bandiere ucraine e georgiane. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, invece, si presentano, rispettivamente con coccarda e sciarpa con i colori della Pace. Il senatore del Pd Filippo Sensi ha la bandiera ucraina, il dem Nico Stumpo porta quella della Pace. «Il Rearm è un suicidio», tuona Fratoianni. Il Pd è diviso. Pina Picierno e Alessandro Alfieri sono acclamati dalla comunità ucraina. «Resistenza europea», dice Riccardo Magi di Più Europa.
C'è Maria Elena Boschi ma non Matteo Renzi. Il M5s non va e pensa alla «sua» manifestazione pacifista del 5 aprile. Schlein prova a scordarsi le divisioni nel Pd. «Oggi niente polemiche», sospira. «Eravamo 50 mila, non perdiamoci di vista», chiude Serra.
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