«Meno tasse, più crescita!». Forza Italia ha sintetizzato così il proprio lavoro sul ddl Delega fiscale che oggi riceverà il via libera della Camera (ieri l'Aula ha rinviato il voto finale dopo quello sugli emendamenti; ndr). In effetti, gli azzurri e il resto del centrodestra sono riusciti a evitare l'aumento della pressione fiscale e, soprattutto, nuovi interventi sul catasto, sull'introduzione di nuove patrimoniali e sulla tassa di successione. Viste le premesse di partenza, il risultato non era scontato. Il difficile, però, inizierà adesso considerato che sulla scrittura dei decreti delegati bisognerà indirizzare il lavoro del ministro dell'Economia, Daniele Franco, a tradurre in legge quelli che sono gli auspici della legge quadro.
Che cosa cambierà, dunque? In questo caso è meglio partire da quello che resta: la cedolare secca e il regime forfettario. La proprietà immobiliare, il risparmio, i professionisti e le partire Iva hanno evitato modifiche che si sarebbero potute tradurre in un aggravio di imposta. Soprattutto per gli autonomi le notizie sono buone: non solo si conserva la flat tax al 15% per i redditi fino a 65mila euro (con l'auspicio di estenderla a quota 100mila euro) ma si introduce una «exit tax» biennale per chi supera quota 65mila euro. La tassazione, che dovrà essere decisa con i successivi decreti, sarà superiore al 15% ma inferiore rispetto all'attuale 35% per coloro che dichiarano redditi che oscillano tra 28mila e 50mila euro l'anno. Sarà, inoltre, possibile rateizzare il secondo acconto delle imposte, attualmente pagabile invece solo in un'unica soluzione, e sarà poi abbattuta la ritenuta d'acconto a carico dei professionisti. Per l'Ires, invece, è previsto un progressivo avvicinamento tra risultato civilistico ed imponibile fiscale attraverso la revisione dei costi parzialmente o totalmente indeducibili. La novità più rilevante è la graduale cancellazione dell'Irap con priorità a società di persone, studi associati e società tra professionisti. Questo intervento, è stato specificato nel testo della delega, non dovrà generare nessun tipo di aggravio sui redditi da lavoro dipendente e da pensione.
Sul versante Irpef si mira a una riduzione delle aliquote marginali effettive con interventi mirati anche in caso di eccessive variazioni tra le aliquote stesse e una specifica attenzione ai redditi medio-bassi. Ovviamente, come nel caso dell'Irap, questo intervento dovrà essere messo in pratica dal prossimo governo considerato che la legge di Bilancio 2023 difficilmente avrà a disposizione risorse sufficiente a introdurre un nuovo modulo di riforma dell'Irpef. Il governo riceverà, infine, una delega per rendere il fisco più alla portata di cittadini e professionisti attraverso la razionalizzazione e semplificazione del sistema e la produzione di norme più chiare, riducendo contestualmente gli adempimenti.
Restano, tuttavia, due temi ancora da chiarire esplicitamente.
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