La delusione dell'"infimo esecutore" che sogna di tornare dalla moglie

Compressi come sono da questo «ingranaggio deformante», gli «infimi esecutori» finiscono così per far propria una percezione alterata della realtà

La delusione dell'"infimo esecutore" che sogna di tornare dalla moglie

Igrandi elettori sono animali strani, e stranissimi sono quei circa mille grandi elettori che poco contano e nulla sanno. Nel diario che tenne su queste colonne nei giorni dell'elezione di Sandro Pertini, l'allora grande elettore Enzo Bettiza ben ne riassunse lo spirito descrivendo queste «giornate elettorali che hanno trasformato pure la mia persona in esecutrice meccanica, in pura mano con scheda, di una trama invisibile in cui si esprimeva la volontà di pochi partiti e di pochissimi individui, essi stessi vittime, ormai, di un ingranaggio deformato e deformante. Altro che "grandi elettori". La formula reale e più esatta è un'altra: infimi esecutori». Compressi come sono da questo «ingranaggio deformante», gli «infimi esecutori» finiscono così per far propria una percezione alterata della realtà. Ieri, per dire, in molti avvertivano un intimo senso di mortificazione personale aderendo inconsapevolmente alla vulgata accreditata da alcuni giornali, e rilanciata da alcuni politici come Enrico Letta, secondo cui c'è da vergognarsi per non aver ancora eletto un presidente della Repubblica. Un senso di colpa generalizzato alimentato dalla perfidia innocente di quelle mogli che, trattandoli come scansafatiche che fingono di cercar lavoro, nell'accoglierli a casa la sera, sospirando domandano: «Anche oggi niente, eh?». Inutile cercare giustificazioni nella realtà dei fatti, inutile citare la Costituzione, le statistiche, i precedenti storici. Che pure ci sono. E sono a favore di noi infimi esecutori. Dei 12 presidenti della Repubblica italiana, solo due (Cossiga e Ciampi) sono stati eletti alla prima votazione, per consacrare Giovanni Leone nel '71 furono necessarie 23 votazioni, la media matematica è di 10. Lo ha detto anche Sabino Cassese. «I media stanno raccontando con enfasi le difficoltà delle forze politiche. L'immagine che viene trasmessa è quella di persone che cincischiano e fanno inutili bracci di ferro. Ma è fisiologico che una decisione di questa portata non venga presa con largo anticipo. È accaduto quasi sempre così», ha chiarito l'autorevole costituzionalista. Ma se è difficile farlo accettare a giornalisti e presunti leader abituati a vellicare la pancia all'antipolitica, ancor più difficile è spiegarlo alle mogli.

È anche per questo che, tra oggi e domani, i nove veri grandi elettori e i circa mille infimi esecutori faranno di tutto affinché le rispettive mogli gli spalanchino la porta di casa con un sorriso, pronunciando un gratificante «finalmente!».

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