Deputata e amministratori. Fuga da Italia viva verso Fi

De Monte: "No al campo largo". Tajani: "Benvenuta". E il presidente milanese Campiotti: "Torno a casa"

Deputata e amministratori. Fuga da Italia viva verso Fi
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Una deputata, Isabella De Monte (foto), il presidente milanese Filippo Campiotti (foto), e insieme a lui - in Lombardia - un sindaco, un vicesindaco e una pattuglia di amministratori locali, dirigenti e militanti. È fuga da «Italia viva».

Il film dell'uscita in massa dal Terzo polo è iniziato dopo il flop delle Europee: così, quella che avrebbe dovuto essere la forza alternativa agli schieramenti, si è dissolta nel volgere di un anno. Da alcuni giorni la fuga da Azione e «Italia viva» è entrata nel vivo. E questo fine settimana appena passato sarà ricordato in particolare come uno dei giorni neri per la creatura di Matteo Renzi, l'ex premier che sabato ha celebrato l'agognata assemblea che sancisce il ritorno a sinistra, indigesto a moltissimi dei suoi. «Sono lieta di aderire al gruppo di Forza Italia che rappresenta quei valori di europeismo, garantismo e pragmatismo che da sempre caratterizzano il mio pensiero - ha detto ieri la deputata friulana De Monte, che un anno fa esatto era passata da Azione a Iv - Ringrazio Italia Viva per il percorso fatto assieme che inevitabilmente si è interrotto con l'adesione al campo largo». «Con grande piacere accogliamo Isabella De Monte nella squadra di Fi - ha detto il segretario Antonio Tajani - La conosco sin dalla sua prima esperienza come eurodeputata a Bruxelles. Certo che le sue competenze e capacità saranno un valore aggiunto per la nostra azione in Parlamento».

In Lombardia è un'emorragia. Dopo il coordinatore milanese Sergio Scalpelli, uscito da Iv con prospettive di centro liberale, ieri si è dimesso il presidente metropolitano Filippo Campiotti, già candidato alle Politiche e alle Regionali (primo dei non eletti con 2.160 preferenze). Campiotti aderisce a Forza Italia. Con lui, saranno in molti a lasciare. Si parla un sindaco, due consiglieri comunali, esponenti e dirigenti locali, ex candidati, iscritti. Qualcuno, come il vicesindaco di Novate, Giacomo Campagna, apre un periodo di riflessione. Molti seguono Campiotti in Fi. Lo fa convintamente Federico Rossi, milanese, consigliere municipale di orientamento popolare che alle Europee, nella lista Renzi-Bonino, ha ottenuto 1.500 preferenze.

Ingegnere 30enne, cultura politica popolare, per Campiotti la svolta renziana è insostenibile da vari punti di vista. «Matteo ha spiegato ora che il Terzo polo era stato una scelta obbligata, non un grande progetto politico-culturale. Mi dispiace, io avevo capito il contrario, pensavo che Iv volesse spaccare il quadro politico dal centro. Poi andava bene il metodo di scegliere di volta in volta alleanze, candidati e programmi, ma entrare organicamente nel centrosinistra è un'altra cosa. Non fa per me, non mi troverei bene». «Intanto - spiega - temo che Iv a sinistra non avrà agibilità, in secondo luogo, i nostri temi saranno fuori posto. Giustizia, politica estera fisco, che fine faranno? Poi io arrivavo in Iv da popolare, come Matteo peraltro. Il mio impianto valoriale è quello». Ecco l'ingresso in Fi: «Sono contento dell'esperienza che ho fatto e rispetto anche chi tenterà di stare al centro da solo, ma non vedo un soggetto forte.

Per un popolare-liberale come me non c'è altra strada se non quella di un ritorno a casa, la casa dei popolari, Forza Italia, che oggi dà sicuramente la possibilità di lavorare in modo pragmatico e realistico su tante questioni che mi stanno a cuore».

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