Si riaccendono i riflettori sulla morte di John Fitzgerald Kennedy. L'amministrazione di Joe Biden ha pubblicato circa 1.500 pagine di documenti finora rimasti segreti sull'assassinio dell'ex presidente americano nel 1963 a Dallas, carte che gli storici sperano possano far luce su alcuni interrogativi ancora rimasti irrisolti. E alcuni dei documenti rispolverano la presunta pista sovietica, partendo dai dettagli dell'incontro tra il killer Lee Harvey Oswald e un agente del Kgb. Sono circa 10mila le pagine che il Congresso ha chiesto di desecretare già nel 1992 con l'approvazione del John F. Kennedy Assassination Records Collection Act, in parte dopo lo scalpore suscitato dal film di Oliver Stone «JFK».
La legge chiedeva che tutti i documenti fossero resi pubblici entro il 2017, ma Donald Trump prima e Biden dopo hanno consentito diversi rinvii. Ad ora, in totale, gli Archivi Nazionali hanno diffuso oltre il 90% delle informazioni, e la prossima scadenza fissata dall'attuale inquilino della Casa Bianca è il 15 dicembre 2022, quando le carte rimanenti verranno sottoposte ad una rigorosa revisione e quindi pubblicate. Stando all'ordine di Biden, le agenzie che desiderano continuare a trattenere determinate pagine oltre il termine del prossimo anno devono fornire a Pennsylvania Avenue «un indice non classificato che identifichi per ciascuno i motivi per i quali l'agenzia propone il rinvio».
Secondo le anticipazioni dei media, negli ultimi documenti diffusi dagli Archivi Nazionali ci sono appunti di agenti della Cia subito dopo la sparatoria e la notizia che il killer Lee Harvey Oswald vide il console Valeriy Vladimirovich Kostikov - del Kgb - il 29 settembre 1963 (due mesi prima dell'assassinio) a Città del Messico. Dell'incontro è stato fatto riferimento in precedenza, ma oggi sono emersi nuovi dettagli, anche se non è chiaro chi abbia chiesto l'appuntamento. Compare poi un memo su telefonate anonime all'ambasciata Usa a Canberra, in Australia, nel 1962, dove la persona che ha effettuato la chiamata ha detto che il governo sovietico stava tramando per uccidere Kennedy. Un'altra telefonata è stata fatta invece il 24 novembre 1963, due giorni dopo l'omicidio, sostenendo che dietro alla morte di Jfk c'erano i russi. Menzionata in tutti i file è la moglie di Oswald, Marina, che era russa. Per la Cnn la diffusione delle carte probabilmente prolungherà il dibattito tra il governo federale e gli esperti che si occupano della morte di Jfk, i quali hanno sempre sostenuto che Cia, Fbi e altre agenzie di sicurezza nazionale abbiano continuamente ostacolato un rilascio ordinato dei documenti da parte del Congresso. E peraltro, secondo numerosi sondaggi, la maggioranza degli americani non crede alla conclusione ufficiale della Commissione Warren secondo cui Kennedy è stato ucciso da Oswald che ha agito da solo.
In ottobre, quando Biden aveva deciso il rinvio della nuova tranche di informazioni, i nipoti di Kennedy hanno fatto pressione per una immediata divulgazione.
«È un oltraggio alla democrazia americana. Non dovremmo avere governi segreti all'interno del governo - aveva detto Robert F. Kennedy Jr. - Sono passati 58 anni, cosa può giustificare la mancata pubblicazione di questi documenti?».
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