È scontro sul Garante campano dei diritti dei detenuti Samuele Ciambriello, dopo una sua dichiarazione che ha acceso lo scontro politico. Diversi familiari di detenuti campani reclusi nel penitenziario di Vibo Valentia, hanno denunciato a Ciambrello il sovraffollamento della struttura penitenziaria calabrese. Secondo i parenti dei detenuti, alcuni dei quali con condanne per camorra passate in giudicato, si sono ritrovati da qualche giorni in cella con altri dieci, dodici detenuti. «Colpa» della dell'operazione della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, scattata alle luci dell'alba di giovedì nella provincia di Cosenza che ha travolto il sindaco di Rende Marcello Manna e altre 201 persone.
Ciambriello si è detto «preoccupato per quello che sta succedendo nel carcere di Vibo Valentia. Comprendo, in parte, i motivi e le pulsioni che spingono un giudice a firmare un'ordinanza di misura cautelare in carcere per 200 persone, ma mi chiedo come sia possibile che, prima di eseguire questi blitz, non si verifichino le disponibilità negli istituti penitenziari. È impensabile che vengano prelevati di notte dalle loro case e poi scaricati in carceri non adeguati ad accoglierli. Mi sto occupando di questa vicenda perché in Calabria sono tanti i detenuti di origine campana e anche perché è l'unica regione d'Italia che ancora non ha eletto il Garante dei detenuti. C'è un punto all'ordine del giorno del Consiglio regionale che viene puntualmente rinviato. Sono detenuti doppiamente dimenticati. Per quanto tempo ancora dovranno vivere questa doppia reclusione? Mi auguro che, non solo al più presto vengano adottate misure che ristabiliscano serenità nel carcere di Vibo Valentia, ma soprattutto che la Regione si decida a garantire ai detenuti un organo di garanzia».
Parole che hanno fatto infuriare il deputato Fdi Andrea Delmastro, responsabile Giustizia di Fratelli d'Italia: «Indecenti le parole di Ciambriello, che si dice preoccupato non già della pervasività del fenomeno mafioso, ma del fatto che i poveri signori accusati di associazione mafiosa non sarebbero comodi nelle celle in cui sono in custodia cautelare a Vibo Valentia. La balzana idea del carcere a numero chiuso già evocato in campagna elettorale dal centrosinistra diventa l'alibi per sinistre idee di impunità generalizzata».
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