Migliaia di persone, in almeno 40 centri abitati ucraini, con seri problemi di accesso all'acqua potabile. Il rischio di gravi malattie infettive come l'antrace. E poi i russi che avrebbero aggravato la situazione aprendo una diga a monte, per alzare il livello dell'acqua, mentre continuerebbero a bombardare i punti di evacuazione a Kherson, mentre «chiedono soldi ai volontari per evacuare i civili». A quattro giorni dall'esplosione, i danni del crollo della diga e della centrale elettrica di Kakhovca, che hanno messo in ginocchio l'oblast di Kherson e Mykolaiv, nell'Ucraina meridionale dove si trovava l'infrastruttura sotto il controllo dei russi, sono un disastro ecologico che impatta ogni giorno di più sui civili, oltre che sulle strategie belliche. Se il livello dell'acqua continuerà a salire, quasi 16mila residenti dovranno essere evacuati dalla riva destra della regione di Kherson. E le sostanze tossiche nel fiume Dnepr minacciano di innescare un focolaio di antrace. «A causa della distruzione della diga - ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - depositi di carburante, di sostanze chimiche e di fertilizzanti» sono stati allagati. «Parte dei prodotti stoccati in queste infrastrutture si sono riversati nel Dnepr o depositati nei vasti campi e nelle foreste allagate su entrambe le sponde del fiume che sfocia nel mar Nero».
Sulle responsabilità del disastro, e pure sui bombardamenti nei luoghi che ospitano i civili evacuati, Mosca e Kiev continuano con il rimpallo di responsabilità, costringendo la Casa Bianca a intervenire per condannare «ogni tipo di violenza contro chi aiuta le evacuazioni». Il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, spiega quanto siano importante indagini nazionali e internazionali sul crollo tramite la Corte penale internazionale. Ma sull'azione, oltre alle considerazioni di natura strategica, ci sono due nuove rivelazioni, che aggiungono indizi all'ipotesi di una responsabilità dei russi, sospettata anche dagli Usa. L'istituto di sismologia norvegese Norsar ha rilevato «un'esplosione» proveniente dalla regione della diga prima del momento del crollo. Non se ne conosce l'origine, ma anche i satelliti spia americani, secondo il New York Times, hanno rilevato un'esplosione, circostanza che conferma l'idea che la struttura, non abbia ceduto a causa dei danni subiti durante i bombardamenti dei mesi precedenti. E c'è di più. L'intelligence ucraina ha intercettato e diffuso l'audio di una telefonata in cui due ufficiali russi ammettono di aver fatto saltare la diga di Kakhovka. «Non sono stati loro (gli ucraini) a colpire la diga - dice un ufficiale intercettato - C'è il nostro gruppo di sabotaggio. Volevano spaventare la gente con questa diga. Non è andata secondo i piani, ma più di quanto avessero previsto», aggiunge spiegando che l'operazione è sfuggita di mano.
La preoccupazione è forte anche per la centrale nucleare di Zaporizhzia. Nell'intercettazione svelata dagli 007 ucraini, i militari russi sostengono che «sarà come Chernobyl: esploderà e sarà tutto finito», perché la centrale idroelettrica raffredda il reattore nucleare di Zaporizhzia, area dove è in corso la controffensiva ucraina.
L'Agenzia internazionale per l'energia atomica smentisce: «La centrale continua a pompare acqua di raffreddamento dal bacino idrico di Kakhovka». Ma l'Aiea annuncia l'invio di una delegazione di 13 persone per la missione della prossima settimana, la terza per valutare la situazione dell'impianto nucleare più grande d'Europa.
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