Immaginatevi questa scena. Due colleghi lavorano a un computer. Uno dice all'altro: «Ehi, mi cerchi questa cosa su Google?». L'altro risponde: «Lo sai che non possiamo». Perché lavorano a Google. No, non è barzelletta. Ieri è uscita questa notizia: i dipendenti di Google non possono accedere a internet. Diciamo che, letta così, sembra appunto una barzelletta. Tuttavia, andando a vedere cosa stanno combinando realmente, si tratta di una limitazione ai dipendenti, cioè la richiesta di lavorare offline, senza connessione esterna. È un'operazione di sicurezza, già lo fanno molte aziende, per proteggersi da possibili attacchi hacker e proteggere i propri dati.
A partecipare a questo programma sperimentale offline (la fonte è la Cnbc) sono 2.500 dipendenti. Quindi non riguarda tutti i dipendenti, solo una parte. Perché, dicono, «i Googler sono di frequente obiettivi di attacchi». E se sono attaccati i Googler, poi lo saremo anche noi. È per questo che hanno optato per far lavorare offline un certo gruppo.
Ma appunto non tutti: coloro che gestiscono sezioni particolarmente sensibili del motore di ricerca più usato del mondo. Tutelare la sicurezza di Google è tutelare quella di chiunque. Non per altro Osama Bin Laden comunicava con passaggi di bigliettini tra i fedeli (non gli è bastato, forse sarebbe stato meglio avesse usato Google). Insomma, mica è facile la vita di un Googler: deve stare attento ai link che clicca, spyware, file infetti, tentativi di intrusione di ogni tipo. Se penetri dentro Google penetri dappertutto (anche nei siti femministi).
Quello che non capisco, ma io sono un profano in materia, non sono un ingegnere informatico di Google, è perché questa decisione, che riguarda appunto un gruppo selezionato, sia per il dipendente volontaria e anche non fissa durante la giornata. In altri termini uno che sta lavorando a cose importantissime, è libero di staccarsi e tornare online quando vuole. In qualunque momento. Può prendersi una pausa.
Cioè, da una parte lo capisco: hai scelto di lavorare a Google e ti chiedono di non andare su internet? Cosa che sarebbe già pesante per noi: io senza connessione internet non vado da nessuna parte, e quando ci sono disservizi mi attacco al telefono con la compagnia telefonica e appena trovo un operatore urlo: «Mi volete uccidere?» (e per parlare con un operatore di una compagnia telefonica devi avere una grande forza di volontà e di pazienza e di necessità vitale, devi passare dentro a cinquanta menù automatici con il rischio di trovarti all'inizio).
Quindi capisco l'ora d'aria, l'ora di rete per i Googler.
Dall'altra penso: oh, non è che ci becchiamo un virus da Google perché un dipendente ha deciso di prendersi una pausa su Pornhub? Intendiamoci, è una riflessione che faccio per voi. Io mai preso un virus. Da Google intendo, dal resto ce li ho tutti.
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