Renzi oggi ha riunito la direzione nazionale del Pd. All'ordine del giorno diversi temi politici. Tra questi una discussione sul partito, su cui il premier però ha messo subito le mani avanti: "Oggi non facciamo conclusioni, o facciamo conclusioni che alimentano la discussione, perché pensare di concludere la questione della forma partito con una sola direzione è insufficiente". Si continuerà a parlare di questo tema, dunque, ancora per un po'.
"Stiamo attraversando - osserva Renzi - una stagione densa di una domanda di politica. Tutto ha una velocità doppia rispetto al normale. Questo porta a una prima pista di riflessione: come stiamo dentro una comunità internazionale di fronte" alle grandi crisi internazionali? Poi incalza i propri colleghi di partito: "Che fa un partito sulla politica internazionale? Discute o legge gli editoriali?". Un invito, questo, a volare alto e ad aprirsi al confronto, senza limitarsi alla "rassegna stampa".
Il premier si sofferma sulla manifestazione della Cgil, in programma tra pochi giorni: "Questo fine settimana un importante sindacato riunisce centinaia di migliaia di persone. Abbiamo un profondo rispetto indipendentemente dal dibattito che c’è tra di noi. C’è rispetto ogni volta che un’organizzazione importante affronta una prova di piazza". Ovviamente accanto al rispetto c'è il totale dissenso verso le ragioni che muovono la protesta della Cgil. Almeno nella maggioranza del Pd. abbiamo visto una sorta di Quanto agli incidenti di Torino, avvenuti lo scorso weekend, Renzi sottolinea che "rigurgito antagonista, particolarmente vivo in quella città".
Cuperlo: Leopolda è un partito parallelo?
"Che cos’è la Leopolda? - chiede Gianni Cuperlo -. Se capisco bene vi sono centinaia o più comitati che hanno la missione di sostenere le idee di Matteo Renzi. Io so che le correnti dominano la vita interna del Pd fin dalla nascita. Però dobbiamo essere chiari tra di noi, se tu che sei il segretario del partito costruisci e rafforzi un partito parallelo, tu scegli nei fatti un modello di partito. A quel punto non andremo verso un partito comunità ma verso ciò che già oggi - forse - siamo, ovvero una confederazione, un’aggregazione di componenti dotati ciascuno di una sua autonomia. È quello che vuoi? A me non pare un disegno né coraggioso né ambizioso". troppe realtà siamo soprattutto una macchina elettorale, e sullo sfondo assistiamo all’abbandono di un certo numero di persone e la conseguenza è un partito di eletti", ha aggiunto Cuperlo: "Sono il primo a non rimpiangere il partito che c’è stato fino a ieri, ma non è questione di procedure o norme di statuto, dobbiamo sciogliere il nodo di fondo: che idea abbiamo della democrazia? Il nostro partito è ancora in grado di organizzare una forza di donne e uomini che riescano a condizionare gli eventi?".
La replica di Renzi
"Non sono per la confederazione, non voglio la confederazione e non credo alla circolazione extracorporea", ha replicato Renzi a Cuperlo. "Quando ho fatto la battaglia contro il partito non ho vinto, ho vinto le primarie quando un gruppo importante di classe dirigente ha scelto di scommettere su di me. Non è una questione di un gruppo di barbari dentro il partito, non consideriamo altri chi partecipa a campagne diverse".
La riforma elettorale all’esame del parlamento è "la risposta oggettiva e necessaria all’Italia". Renzi ha poi sottolineato tre punti: "Uno, l’esigenza di un vincitore, è fondamentale; due, la riduzione del potere di veto dei piccoli partiti, uno dei freni dell’Italia, l’esperienza dell’Ulivo e dell’Unione poi è stata messa in crisi dall’esplosione della coalizione; terzo punto, devi anche garantire quel sufficiente premio di maggioranza che consenta a chi ha vinto di avere un minimo di margine per provare ad essere responsabile di ciò che fa e colpevole di ciò che non fa".
"Questa storia della Leopolda come madre di tutti i nostri problemi è una considerazione largamente sovrastimata. Capisco che Gianni Cuperlo sabato abbia altro da fare", con la manifestazione della Cgil, "ma lo invito a venire domenica, lui che ha un sincero interesse intellettuale". Poi Renzi ha ribadito che "mai ci sarà una organizzazione parlallea sul territorio".
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