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Dirigente Miur indagata "Operata, ma gravissima"

La perquisizione e l'ipotesi fuga di notizie. Era impegnata tra scuola e campagne antimafia

Dirigente Miur indagata "Operata, ma gravissima"

Roma. Operata nella notte, Giovanna Boda, 47 anni, è in condizioni gravissime. «È sedata, la prognosi resta riservata» spiegano i medici del policlinico Gemelli dove il funzionario del Miur, lanciata nel vuoto dopo la perquisizione della Guardia di Finanza, è ricoverata nel reparto di Terapia Intensiva. La Boda si è gettata da un balcone dello studio del suo avvocato, Paola Severino, ex ministro della Giustizia con il governo Monti, mercoledì pomeriggio. Un gesto estremo e che nessuno è riuscito a scongiurare. Alla donna, alla sua stretta collaboratrice Valentina Franco, 31 anni, e allo psicoterapeuta, editore dell'agenzia Dire Federico Bianchi di Castelbianco, 71 anni, la Procura di Roma contesta i reati di corruzione. Una storia di appalti affidati al limite della legalità in cambio di denaro su cui gli inquirenti avevano sospettato una fuga di notizie.

I decreti, non a caso di valore non superiore ai 39.950 euro, sono tutti diretti a Bianchi e alle società di cui è amministratore. Secondo il sostituto procuratore Carlo Villani la Boda, Capo del Dipartimento per le Risorse Umane, Finanziarie e Strumentali, si sarebbe intascata 679.776 euro, oltre a utili e benefit. Come? Avvalendosi «delle sue funzioni e/o poteri» si legge sul decreto di perquisizione che è anche l'avviso di garanzia per presunti corrotti e corruttori. Un'indagine spinosa avviata dopo l'informativa depositata in Procura il 26 ottobre scorso dagli esperti di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Per chiudere le indagini preliminari e scongiurare il pericolo di distruzione delle prove si passa alle perquisizioni. Il blitz scatta all'alba nell'abitazione romana della Boda, in via Piemonte, nella sua soffitta in via Carducci, nel suo ufficio al Miur in viale Trastevere. Perquisizione e sequestri in casa di Bianchi in via Avigliana e nel suo ufficio in corso Italia. Infine nell'appartamento della Franco in via Luigi Ronzoni, nel suo ufficio al Miur e in quelli di tutti gli altri collaboratori, Catia Brenda, Federico Scriva, Manuela Pisanu, Giulia Bertolini, Rosa Isabella Vocaturo, Anna Rosa Rotondi anche se questi ultimi non sono, per ora, indagati. Sequestrati documenti, pc portatili, tablet, computer e telefoni cellulari degli indagati, «anche quelli precedentemente utilizzati». Motivo per cui la dirigente aspirante suicida non avrebbe risposto alle chiamate dalla mattina del 14 aprile. La Boda, figlia dell'ex sindaco pd di Casale Monferrato Titti Palazzetti, è moglie di Francesco Testa, procuratore capo di Chieti.

Disposta la perquisizione personale degli indagati e dei loro collaboratori per evitare l'occultamento di denaro e materiale compromettente. Un affare a sei cifre: a beneficio dei «rapporti illeciti» con Bianchi, legale dell'Istituto di Ortofonologia, amministratore della Com.e. e delle edizioni scientifiche Magi, la stessa Boda con la complicità della Franco. I decreti di affidamento sono emanati «tramite l'indispensabile intermediazione e supporto di Valentina Franco» consapevole dell'affaire. La Boda si è impegnata non solo nel mondo della scuola ma anche nella lotta alla mafia.

Tanto da organizzare, per commemorare la strage di Capaci, la «nave della legalità» per studenti provenienti da tutta Italia.

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