In ospedale è sorvegliato a vista perché si teme possa decidere di togliersi la vita per la disperazione. Restano particolarmente delicate le condizioni fisiche e psichiche del disabile 16enne abusato nella notte tra lunedì e martedì prima in un appartamento e successivamente in una delle cantine di un condominio del quartiere Quarto Oggiaro, alla periferia a nord della città, da un altro minorenne, un ragazzo di 14 anni insieme a un complice 44enne. I due responsabili dell'aggressione adesso si trovano in carcere con l'accusa di violenza sessuale di gruppo, rapina, lesioni e produzione di materiale pedopornografico.
Le indagini al momento restano di competenza dell'Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (Upgsp) della questura di Milano che, guidato dal dirigente Giuseppe schettino, coordina anche le «Volanti» le cui pattuglie avevano ritrovato il ragazzo seminudo in strada e sotto choc martedì all'alba e avevano poi arrestato i responsabili dell'assalto. Per eventuali approfondimenti dell'inchiesta si attendono stamane le dichiarazioni che potrebbe fare il 44enne durante l'interrogatorio di garanzia a cui sarà sottoposto in carcere a San Vittore. Quindi, nei prossimi giorni, toccherà al complice 14enne, ora recluso nell'Istituto penale per minori «Cesare Beccaria», essere sentito da un gip del tribunale dei minori. In relazione a quel che emergerà le indagini a quel punto potrebbero passare (ma ancora da parte delle due procure non c'è stata alcuna delega formale in tal senso) agli investigatori della squadra mobile guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia, sempre dietro coordinamento del procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella e dalla pm Ilaria Perinu per la procura ordinaria oltre che dal procuratore per i minorenni Elisa Salatino. Ed è ancora sulla base di quanto verrà detto in sede di interrogatorio di garanzia che i magistrati potrebbero valutare, come già anticipato mercoledì, se contestare ai due arrestati anche l'accusa di «tortura».
Per molti versi infatti l'inchiesta sembra conclusa qui, nonostante lo squarcio di brutalità e di degrado portati a galla possano spingere a vederci, se possibile, ancora più chiaro. I primi interrogativi degli inquirenti riguardano i video degli abusi trovati su uno dei telefonini di proprietà degli arrestati e sequestrati dalla polizia. Immagini molti forti che «documentano» gli abusi sul disabile e la notte di orrori. Sono sequenze definite «terribili e crudeli», di violenza «feroce» anche se, sostengono gli investigatori, «si tratta di un lato profondamente animalesco non nuovo a certi contesti sociali di degrado».
Così, se da una parte nasce il sospetto che proprio da quei filmati possa emergere il coinvolgimento di altri complici dei seviziatori durante gli abusi di
quella notte, dall'altro si vuole anche escludere in maniera definitiva che il materiale ricavato potesse diventare oggetto di un «giro» ben più ampio e preesistente di compravendita illegale di materiale pedopornografico.
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