Colpo di scena nell'assegnazione degli ultimi seggi dopo le elezioni politiche: una serie di svarioni ha clamorosamente ribaltato i primi conteggi. Una figuraccia per il ministero dell'Interno dove la titolare Luciana Lamorgese si è ancora distinta per un grande pasticcio.
Usando una metafora calcistica si potrebbe dire che è intervenuto il Var (o la Var) per ribaltare il primo verdetto dell'arbitro. In questo caso il giudice di gara è il Viminale che in un primo momento aveva negato il ritorno in Parlamento di Umberto Bossi. Salvo poi ricontare bene considerando gli scarti e quindi aprirgli le porte di Montecitorio (perché è quella la sua nuova destinazione). Sull'onda delle prime notizie che davano il fondatore della Lega Nord fuori dal Parlamento dopo 35 anni si è visto nella sua esclusione il simbolo dell'insuccesso salviniano in questa tornata elettorale. E invece il colpo di scena finale. Con lo stesso segretario della Lega che può finalmente togliersi qualche sassolino dalla scarpa e sussurrare ironico: «Quante parole al vento». E che pasticcio al Viminale dove la Lamorgese, denunciano i leghisti, non lascerà il ricordo di una esemplare gestione. Roberto Calderoli, ad esempio, parla di «granchio clamoroso». «Vi spiego da dove nasce l'errore. Tutto è corretto fino all'attribuzione dei seggi delle coalizioni a livello nazionale, ovvero sulla base della cifra elettorale nazionale di coalizione dei partiti che abbiano superato l'un per cento. L'errore nasce dal passaggio successivo dove la cifra elettorale di coalizione nella singola circoscrizione deve comprendere anche i partiti che hanno superato l'un per cento anche quando questi non hanno raggiunto il 3% perché questo dice la legge».
Un pasticcio in piena regola - quello del Viminale - per quanto valga la pena specificare come questo caos non comporti alcuna modifica sostanziale per la maggioranza, che resta di centrodestra. «Io di leggi elettorali magari non ne capisco tanto, ma fino a questo punto ci arrivo» commenta ironico l'ex vicepresidente del Senato che ricorda in merito il verbale di domenica 4 marzo 2018 delle operazioni dell'ufficio elettorale nazionale della Cassazione. Il ripescaggio del Senatur non è l'unico verdetto uscito dal «Var» del Viminale. Sul sito Eligendo, dove i funzionari dell'Interno aggiornano senza sosta i dati degli eletti spunta anche il nome di un altro leghista, Giulio Centemero, prima dato come bocciato dalle urne. Mentre esce, nel collegio del Molise, la leader dei giovani Dem Caterina Cerroni, cui in primis era stato attribuito il seggio (che ora andrà a Fdi). A fare festa a Napoli è, invece, il capolista dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, prima dato per eliminato a vantaggio di un parlamentare di Fi.
Poi c'è il caso Umbria, risolto dopo le sollecitazioni avanzate dal segretario regionale dei radicali Michele Guaitini. Cambia il quadro degli eletti in Umbria alla Camera con il plurinominale in base a quanto riporta l'aggiornamento del sito Eligendo del Viminale. Vengono infatti indicati ora Emma Pavanelli (M5S) Emanuele Prisco (Fdi), Anna Ascani (Pd) e Catia Polidori (FI).
Problemi anche per il Toscana2, dove viene eletto Marco Simiani (Pd) a discapito di Lucia Annibali (Tp). Caos anche in Abruzzo, dove è stato eletto Giulio Sottanelli di Azione. In un primo momento, l'assegnazione recitava Pd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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