I pasti per le forze dell'ordine, gli straordinari per i vigili del fuoco, il vestiario per la polizia di Stato, le assunzioni di personale della polizia locale e la destinazione di immobili pubblici a presìdi di polizia. Tutto bloccato. Gli emendamenti proposti al decreto Sicurezza bis non riescono a oltrepassare il muro eretto dal presidente della Camera Roberto Fico. A puntare il dito contro il grillino è lo stesso ministro dell'Interno Matteo Salvini (guarda il video) che lo accusa apertamente di non rendere "un buon servizio alle forze dell'ordine e alla sicurezza del Paese". E, sebbene i ricorsi "salvino" due degli emendamenti in questione, per il Carroccio il "problema politico" resta. Almeno finché non verranno recuperati tutti quanti.
"Sono proposte coerenti col decreto Sicurezza bis e tutte già finanziate", tuona Salvini infuriato con Fico. Non è la prima volta che il presidente della Camera gli mette i bastoni tra le ruote dimenticando che la sua dovrebbe essere una figura super partes. A questo giro, però, il blitz a Montecitorio rischia di mandare in fumo "risorse già disponibili" che, una volta approvati gli emendamenti, andrebbero immediatamente a soccorrere le forze dell'ordine. A questo punto il titolare del Viminale si augura che non ci sia una parte del Movimento 5 Stelle che "tifa per l'anti-polizia". Durante una diretta su Facebook, ricorda quindi agli alleati pentastellati l'importanza di un decreto che rimette al centro dell'azione del governo il tema della sicurezza. "Non stiamo parlando del 'decreto minestrina'...", chiosa.
Da Fico, Salvini vuole sapere il perché del suo ostruzionismo. Quanto fatto questa mattina non è, infatti, un dispetto a Salvini, ma un colpo basso a tutte le forze dell'ordine. "Sono proposte già finanziate che se non venissero approvate vedrebbero sparire quei soldi", rimarca il lader del Carroccio. "Non è un favore a Salvini, alla Lega, a un'idea securitaria del paese, stiamo parlando di buoni pasto, straordinari, della possibilità di assumere - conclude - perché questi no? Non li capisco. Spero che sia stata un attimo di distrazione...". Tra gli scranni del centrodestra, però, sorge il sospetto che dietro il blitz del presidente della Camera ci sia molto di più. Tanto che l'azzurro Francesco Giro accusa il grillino di essere "inadeguato" e lo invita a togliere le mani dal decreto. "È una vergogna - commenta il senatore di Forza Italia - sta bloccando misure sacrosante per i nostri poliziotti".
Alle accuse di Salvini Fico risponde piccato accusandolo di non sapere come funzionano le Camere. Non solo. Fonti vicine alla presidenza della Camera, sentite dall'agenzia Agi, fanno anche trapelare parole durissime contro l'inquilino del Viminale. "Se il ministro avesse avuto a cuore davvero le forze dell'ordine - dicono - gli sarebbe bastato inserire le misure già nel decreto, cosa che invece non ha fatto". Peccato che, come ricorda anche il Viminale, le norme sulle forze dell'ordine non sono state inserite direttamente nel decreto Sicurezza bis solo per esigenze di contenimento del testo. "Stupisce il rigore con cui sono stati valutati gli emendamenti rispetto a precedenti conversioni in cui la stessa presidenza ha lasciato ampio spazio all’inserimento di nuove norme", fanno notare le stesse fonti del ministero dell'Interno che non nascondono il proprio stupore per questo atteggiamento "ostruzionistico e burocratico" rispetto alla primaria esigenza di non perdere finanziamenti già disponibili e misure che agenti e i vigili del fuoco aspettano da troppo tempo.
In seguito ai ricorsi presentati dopo la dichiarazione di inammissibilità, i presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera hanno riammesso 19 emendamenti, due dei quali sono proprio quelli presentati dalla Lega a sostegno delle forze dell'ordine. Ne rimangono, però, fuori ben otto.
Troppi per il leghista Igor Iezzi che ora chiede una sospensione dei lavori sull'esame del decreto. "Senza quegli emendamenti - spiega il capogruppo in commissione Affari costituzionali del Carroccio - resta una questione aperta e si pone un problema politico serio su cui una riflessione è necessaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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