Gli effetti della legge anti omofobia "Così quel ddl discrimina i gay"

"Col ddl Zan si punirebbero anche tutti quei gay che hanno idee diverse dalla lobby Lgbt oppure opinioni vicine alle posizioni della Cei", spiega il leghista omosessuale Umberto La Morgia

Gli effetti della legge anti omofobia "Così quel ddl discrimina i gay"

"Lo spirito del ddl Zan non sarebbe sbagliato. La volontà di prevenire e contrastare le discriminazioni, l’odio e le violenze è encomiabile, ma, invece, di ridurre le discriminazioni, una tale legge potrebbe aumentare le tensioni sociali". A dirlo è Umberto La Morgia, esponente omosessuale della Lega.

In che modo potrebbero verificarsi tali degenerazioni?

"Prima di tutto ricordo che gli omosessuali, i bisessuali, le lesbiche e i trans sono già tutelati dalle legge come tutti i cittadini e, invece, col ddl Zan potrebbero ottenere una protezione diversa generando una sorta di 'discriminazione al contrario'. La legge, infatti, non andrebbe a punire solo le aggressioni omofobe che tutti fermamente condanniamo, ma anche gli atti discriminatori e le condotte che incitano a tali atti discriminatori. Ora, mentre la discriminazione fondata sul razzismo e sull’odio razziale è molto più semplice da definire e da riconoscere, la discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere di cui parla il disegno di legge Zan, è estremamente più complessa da circoscrivere e non ha affatto un’interpretazione univoca universalmente condivisa".

A cosa si riferisce? Alla lotta dentro le lobby Lgbt tra le lesbiche femministe e i transessuali?

"Sì, queste lesbiche non intendono considerare donne tutte le persone che semplicemente “si sentano” donne sulla base dell’autopercezione e del concetto di identità di genere e, dunque, dare loro gli stessi diritti e gli stessi spazi che le femministe si sono conquistate negli anni. La femminista attivista lesbica anglosassone Scheila Jeffreys, non a caso, ha redatto una Dichiarazione sui diritti delle donne basati sul sesso, proprio per salvaguardare il concetto di sesso in contrapposizione a quello di identità di genere e, quindi, contrastare la pervasività del cosiddetto transfemminismo. Queste posizioni in Italia sono condivise da Arcilesbica, e sono talmente scomode che probabilmente sarà definitivamente epurata dall’Arci perché considerata troppo conservatrice e transfobica. Se Arcilesbica viene tacciata di discriminazione, capite che il terreno è scivolosissimo.

In Gb la scrittrice J.K. Rowling è stata attacca per aver detto che il sesso biologico è qualcosa di reale. Lei cosa ne pensa?

"Sapete il colmo? È stata accusata di transfobia dal mainstream e per la maggior parte da persone che non sono trans. Invece moltissime persone trans, come Blaire White e Buck Angel, si sono trovate completamente d’accordo con le sue parole e l’hanno difesa. Questo fa capire il corto circuito imbarazzante del politicamente corretto".

Torniamo in Italia. Crede che, con il ddl Zan, ci sia il rischio di sanzionare le opinioni di chi non si conforma al pensiero Lgbt?

"I sostenitori di queste legge affermano che non ci sarà nessun pericolo per la libertà di espressione e che la legge non tratterà la 'propaganda di idee', però di fatto potrebbe essere considerato discriminatorio promuovere la famiglia naturale, opporsi all’omogenitorialità, alla maternità surrogata o all’educazione al gender nelle scuole. Tutto resterebbe nell'ambito della discrezionalità del giudice. Paradossalmente, si punirebbero anche tutti quei gay che hanno opinioni diverse dalla lobby LGBT e più vicine a quelle dei cattolici sul tema famiglia".

Secondo lei c’è un’emergenza omofobia in Italia?

"Il disegno di legge parte dall’assioma che gli omosessuali siano una categoria vulnerIabile. Ogni singola violenza è grave ed esecrabile, ma non è corretto parlare di escalation o di emergenza se non è confermato dai dati. Secondo l’Oscad le aggressioni omofobe fortunatamente sono in calo: 29 nel 2019 contro le 43 del 2018. Quelle contro i disabili invece di più: 69 nel 2019. Inoltre, la ricerca sui crimini d’odio contro gli LGBT condotta dall’agenzia FRA dell’Unione europea mostra che gli LGBT italiani che affermano di aver subìto violenza omofoba dal 2014 al 2019 sono l’8%: stessa percentuale della Danimarca ed inferiore alla media europea (11%). Invece Germania 13% e Francia 14%. Credo, pertanto, che l’Italia sia già migliorata moltissimo negli ultimi anni e sarebbe ingiusto catalogarla come un Paese omofobo".

Quali sono, dunque, i motivi che spingono il governo a voler approvare una legge simile?

"Da un lato ci sono ragioni di marketing politico per la sinistra e, dall'altro lato, la volontà da parte di alcuni settori di usare la legge per limitare la libertà d'espressione dei gruppi pro-life che vengono considerati omofobi.

Ma dietro vi sono soprattutto motivazioni di natura economica. La legge, infatti, promuove la nascita di case rifugio e centri antiviolenza per LGBT, mentre sarebbe veramente inclusivo dedicarsi alle vittime di violenza di qualunque sesso e orientamento".

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