Giallo sulla morte del broker dei vip. Sono di Massimo Bochicchio i resti carbonizzati trovati vicino alla moto Bmw schiantata domenica mattina sulla via Salaria, a Roma. Ma l'uomo non avrebbe deviato per un malore, come indicherebbe l'autopsia. Il test del Dna, fatto a tempo di record, non lascerebbe molti dubbi anche se eseguito sui pochi elementi organici recuperati. In particolare l'estrazione del Dna è stata possibile, viste le condizioni della vittima, solo su frammenti di ossa e denti anziché su sangue e saliva. Dunque con percentuali di certezza e compatibilità ridotte al minimo. Ma c'è un altro elemento che proverebbe l'identità del centauro finito contro il muro di cinta dell'Aeroporto dell'Urbe con l'ex funzionario di banca arrestato per truffa e riciclaggio internazionale: il braccialetto elettronico trovato dagli agenti della polizia municipale tra il muro e il guard rail. Il dispositivo, disattivato perché Bochicchio era autorizzato ad allontanarsi dagli arresti domiciliari per sottoporsi a dei controlli medici, due ore, è quello applicato alla caviglia del 56enne accusato di aver truffato 34 vip del mondo dello sport, della politica e della cultura.
Secondo gli anatomopatologi de La Sapienza che hanno effettuato ieri l'autopsia, la vittima del drammatico incidente non avrebbe avuto un infarto ma sarebbe deceduta per i traumi subìti nell'impatto contro il muro e per le fiamme che l'hanno divorata. Insomma, tre testimoni chiave mettono a verbale che il motociclista, mentre corre sulla consolare in direzione Roma centro, improvvisamente e senza motivo (nessun altro mezzo nelle vicinanze) cambia traiettoria sterzando a destra. Ovvero finendo contro il muro perimetrale dello scalo aereo. La moto esplode, le fiamme si propagano all'istante avvolgendo il corpo di Bochicchio probabilmente ancora vivo. L'ipotesi più inquietante per la Procura, che indaga per istigazione al suicidio, resta quella di un sabotaggio al sistema che regola la stabilità della moto tedesca. Non al sistema frenante (Abs) perché sull'asfalto non c'è traccia di frenata. Un attentato non a caso ideato alla vigilia della terza udienza del processo a carico del broker per la maxitruffa da 500 milioni di euro. Bochicchio, del resto, si è sempre proclamato innocente nonostante avesse movimentato illegalmente somme da capogiro in investimenti ad alto rischio ma con il massimo del guadagno, almeno a parole, per gli investitori. E se la Guardia di Finanza, dopo gli arresti a Dubai e a Giacarta su mandato della Procura di Milano, gli sequestra 70 milioni di euro, gli investigatori si chiedono che fine abbia fatto il vero tesoro di Bochicchio, un miliardo e 800 milioni.
Chi voleva coprire il broker e, soprattutto, dove sono finiti i soldi a lui affidati dall'ex allenatore dell'Inter Antonio Conte, dal calciatore Stephan El Shaarawy, dall'ex ct della nazionale Marcello Lippi? Fra i vip che l'hanno denunciato l'ambasciatore
italiano nel Regno Unito Raffaele Trombetta, l'architetto Alvaro Tagliabue, il procuratore sportivo Federico Pastorello, l'avvocato Barbara Prampolini. E dei 70 milioni sequestrati, i truffati non hanno ancora visto un euro.
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