Uno stato di grave degrado sulla parte ovest del viadotto, compatibile con quello del moncone posizionato a levante, precedente al momento del disastro. Mentre l'inchiesta sul crollo del ponte Morandi a Genova si arricchisce di nuovi punti fermi, potrebbero arrivare nelle prossime ore novità sui nomi dei primi indagati per il disastro dello scorso 14 agosto, nel quale hanno perso la vita 43 persone. Vanno in fretta le verifiche intorno alla tragedia del viadotto dell'A10 e, secondo indiscrezioni non confermate, sarebbero 12 gli avvisi di garanzia pronti a partire, anche se ieri il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, ha sottolineato che, al momento, «non ci sono indagati né richieste di incidente probatorio» ma c'è una «constatazione della struttura che risulta in condizioni di manutenzione negative, in grave stato».
A certificarla sono stati i tecnici incaricati delle verifiche dai pm genovesi titolari del fascicolo che hanno accertato uno stato «severo di degrado anche del moncone del lato ovest» del viadotto, che sovrasta corso Perrone. Il troncone si troverebbe nelle stesse condizioni di quelle del pilone 10, la parte rimasta in piedi sul lato est sopra il quartiere sfollato di via Porro e via Fillak, risultata però complessivamente in condizioni di ammaloramento più gravi di quelle della parte di viadotto crollata.
Sempre dalla Procura ieri sono arrivate rassicurazioni anche in termini di metodo, sul fatto cioè che, in caso di necessità urgente di abbattimento di quanto resta del ponte che ha dato in questi giorni segni di «scricchiolìo», le modalità utilizzate per la messa in sicurezza saranno tali da salvaguardare il materiale utile sul piano investigativo.
Le indagini si stringono intorno all'individuazione delle cause della tragedia e, in questo quadro, un elemento centrale sarà quello di stabilire se siano state sottovalutate nel tempo le condizioni di viadotto e piloni dal momento che, per quanto riguarda il lato est, il deterioramento era emerso da una relazione risalente all'autunno del 2017.
Intanto ieri Regione Liguria, Comune di Genova e tecnici hanno incontrato la Società Autostrade - vertice al quale hanno preso parte anche il procuratore Cozzi e l'aggiunto D'Ovidio - in un tavolo dedicato alla messa in sicurezza. «Entro cinque giorni - ha annunciato il governatore - il piano di autostrade per l'abbattimento». Toti ha anche fatto una previsione di massima sui tempi: «Resto convinto - ha detto - che le operazioni tra abbattimento e ricostruzione durino un anno».
In giornata è anche arrivata la disponibilità di Cdp alla firma entro 15 giorni di un protocollo d'intesa tra enti locali e Cdp stessa con l'individuazione di una articolata serie di misure a sostegno delle infrastrutture, della mobilità, delle imprese e dei cittadini di Genova per far fronte all'emergenza di ponte Morandi. La riunione tra il governatore e commissario delegato all'emergenza Giovanni Toti, insieme al sindaco Bucci e all'ad di Cdp Fabrizio Palermo, ha fatto seguito al sopralluogo tecnico che si è svolto ieri mattina nella sede di Ansaldo Energia a Genova, limitrofa alla zona del crollo e interessata da inagibilità in parte delle aree.
«Con Cdp - ha spiegato Toti in serata - sono stati visionati i 40 alloggi messi a disposizione da loro e pronti il mese prossimo che verranno consegnati alle persone sfollate. Si tratta di immobili già arredati che non necessitano di ulteriori aggiunte».
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