Don Paolo, la guida ciellina di «don Matteo»

C'è un passato quasi ciellino nella vita del premier Matteo Renzi. Lo ha spiegato martedì nel suo intervento al Meeting di Rimini, approfittando della presenza di uno dei protagonisti di quella fase.

Premessa doverosa. Matteo Renzi era un boy scout. Apparteneva a una tradizione molto fiorentina, contrapposta a quella di Comunione e liberazione. Ma la sua incursione tra i «nemici» l'ha spiegata in questi termini: «Ero uno studente boy scout con qualche pregiudizio nei confronti della pericolosa presenza ciellina a scuola». Uno screzio con dei compagni di scuola e la decisione di andare a parlarne con l'insegnante di religione. Paolo Bargigia, che nel giorno di Renzi era in platea ad ascoltare l'ex allievo. Un compagno, lo sconsigliò: «Occhio perché poi quello è di Comunione e liberazione e ti invita a una vacanza». Lui lo rassicura: non succederà. «Fatto sta che al quarto minuto del colloquio mi ha invitato al girone a Lucca e io resisto, tant'è che dopo due mesi ero con lui in pullman verso Mazzin di Fassa a discutere se La canzone della bambina portoghese di Guccini avesse o meno il senso religioso che lui intendeva dargli».

Bargigia oggi è un missionario in Perù e professore universitario a Lima. Ha fondato Cielle a Firenze dove veniva considerato una sorta di Don Giussani locale. Ma di lui si trovano pochissime tracce in rete. Inutile cercare di parlargli di persona. Ai giornalisti che si sono messi a caccia di notizie sul prete che ha quasi portato Renzi in Cl (sicuramente in vacanza) ha risposto per interposta persona. «Io non esisto». Escluse battute e interviste.

Mistero anche sul ragionamento che fece con il futuro premier in quel bus per il Trentino. «Io lo ricordo, lui credo di no», ha spiegato Renzi.

Hanno comunque avuto modo di parlarne poco prima del discorso di martedì. Renzi ha voluto vedere Bargigia nei salottini degli ospiti. Incontro informale fatto di rievocazioni goliardiche. Tipo, ha riportato ieri il sito l' Inkiesta , «quando durante le vacanze in montagna si faceva a gara a chi pisciava più lontano».

Ma al Meeting si assicura che c'è dell'altro. Renzi deve al don fiorentino una parte del suo eloquio e molte delle citazioni colte che ogni tanto mette nei suoi discorsi. Una divagazione da cattolico «di destra» per un premier che per il resto ha una solida tradizione di sinistra.

Ieri, ultimo giorno del Meeting c'è stato un piccolo seguito delle polemiche sulle unioni civili. All'incontro sulla famiglia hanno partecipato esponenti dell'Arci gay che indossavano una maglietta con su scritto «Alcuni sono gay, fatevene una ragione».

L'edizione 2015 si è conclusa con un bilancio positivo, secondo gli organizzatori. Lo slogan del prossimo anno sarà «Tu sei importante per me».

AnS

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