Donne di potere rovinate dagli uomini

Donne di potere rovinate dagli uomini

Nell'immaginario collettivo esiste un modello antropologico ben noto: l'arrampicatrice sociale. Solitamente una giovane fanciulla di belle speranze che, in virtù della propria avvenenza e in mancanza di altri talenti, tenta di scalare posizioni sociali, economiche e talvolta politiche in cambio di «favori» al potente di turno. Che per la sua protetta talvolta si espone oltre il lecito. Ebbene, nella vicenda che sta facendo perdere il sonno - e forse non solo quello - al sindaco di Roma Virginia Raggi, i ruoli si sono ribaltati. È lei, la donna, che ha il «potere» e a crearle guai e imbarazzi sono due uomini, due personaggi in cerca d'autore e soprattutto di favore. Due figure diverse e in qualche modo complementari: uno, Raffaele Marra, una sorta di Rasputin, ombroso, scaltro, avvezzo alle frequentazioni giuste, abile nell'accreditarsi nel giro che conta e che per mantenere la propria rete di affari e manovre poco chiare all'interno del Campidoglio non si è fatto certo scrupolo di usare tutta la sua influenza sulla giovane sindaca; l'altro, Salvatore Romeo, l'amico fedele che l'ha sempre spinta e sostenuta ma che con la storia della polizza rischia di peggiorare una situazione già di per sé abbastanza disperata. E comunque anche l'amico Romeo non è che non abbia approfittato della «vicinanza» a Virginia per farsi triplicare lo stipendio da funzionario...

«C'è una donna in ogni caso; appena mi portano un rapporto, io dico: cherchez la femme». Questa frase incarna un cliché dei romanzi polizieschi: non importa quale sia il problema, spesso una donna è la causa alla radice. Un cliché sfatato dal caso Raggi - cherchez les hommes! - e prima di lei da un'altra signora arrivata a ricoprire un ruolo di potere e costretta alle dimissioni per colpa di un maschio, l'ex ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.

In quel caso l'homme era l'ambizioso compagno che, come emerso dalle intercettazioni telefoniche, non mancava di manifestare ai suoi interlocutori tutto il proprio compiacimento per come riuscisse per il proprio tornaconto personale e per la buona riuscita dei propri affari ad utilizzare il ruolo istituzionale ricoperto dalla propria compagna.

Anch'egli dunque una sorta di Georges Duroy, il protagonista del romanzo Bel-Ami di Maupassant, prototipo attualissimo dell'arrampicatore sociale d'ogni tempo. L'uomo che scopre, ad un certo punto, di volere tutto dalla vita e di averne la chiave d'accesso nel suo ascendente sulle donne.

Si sa, la carne è debole e gli affetti spesso rendono ciechi.

E per amore a volte le donne son disposte a far follie; o come nel caso della Raggi, dove non sono palesi implicazioni di natura sentimentale o sessuale, spesso tendono a fidarsi e ad affidarsi agli uomini magari ritenendoli più idonei a rivestire il ruolo del mentore o del confidente. Tutto molto comprensibile, per carità... ma un pizzico di malizia in più? È mai possibile, ragazze mie, che vi dobbiate far fregare così?

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