Berlino. Rendere i residenti extracomunitari un po' più uguali a quelli in arrivo dai Paesi dell'Ue agevolando la loro naturalizzazione quali cittadini tedeschi. È questo il passaggio centrale della riforma dell'Einbürgerung messa in moto dalla coalizione fra socialdemocratici, ecologisti e liberali che sostiene il governo di Olaf Scholz. La Germania è un paese che accoglie ben 11,8 milioni di stranieri secondo l'Ufficio federale di statistica. Quasi la metà sono cittadini europei, ma poi ci sono circa 1,5 milioni di turchi, 850 mila siriani, 270 mila afgani, altrettanti russi e così via. La legge distingue i cittadini Ue dagli altri non solo perché i primi non hanno bisogno di un permesso di soggiorno ma anche perché i secondi non possono, salvo eccezioni, diventare cittadini tedeschi senza prima rinunciare alla cittadinanza d'origine. E se un cittadino Ue vuole diventare tedesco può fare domanda dopo cinque anni di residenza, otto per un extracomunitario.
Sostenuto anche dai socialcomunisti della Linke, il progetto del governo vuole rendere il doppio passaporto la regola per tutti e abolire il test di tedesco per gli over 65 «per ringraziare le persone che hanno contribuito a fare della Germania un paese ricco», ha spiegato Scholz. Grazie alla maggioranza di blocco di cui godono al Bundesrat (la camera dei Länder) i moderati sono riusciti a imporre restrizioni al progetto del governo sul reddito di cittadinanza ma al Bundestag Cdu e Csu possono al massimo sperare di spaccare la maggioranza facendo pressione sui Liberali, fianco destro del governo. Solo su un punto i due schieramenti sono d'accordo: poiché in Germania un numero maggiore di persone va in pensione ogni anno rispetto a quante entrano nel mondo del lavoro, il paese ha bisogno di lavoratori specializzati, almeno 400 mila l'anno. Ma se favorire l'immigrazione ad alto valore aggiunto è un obiettivo comune, rendere possibile l'Einbürgerung di milioni di stranieri divide destra e sinistra, in Parlamento come nei sondaggi. Nel 2014 Cdu era stata tentata dal doppio passaporto per i figli degli immigrati ma dopo l'ondata di atti di terrore del 2016, il partito allora di Angela Merkel tornò sui suoi passi.
Il più recente dibattito al Bundestag è lo specchio di un paese spaccato. Andrea Lindholz dei cristiano-sociali bavaresi (Csu) si è detto «convinto che chiunque voglia la cittadinanza tedesca debba rinunciare a quella che aveva prima: pensate sia una cosa buona se un cittadino tedesco effettua il servizio militare in un paese straniero? E non pensate che i cittadini di paesi autoritari dovrebbero rinunciare al vecchio passaporto?».
Parole che mettono il dito nella piaga dei rapporti non sempre facili fra Berlino e Ankara, per non parlare di quelli con Damasco o Kabul. Per Ariturel Hack della Cdu «la lealtà fra due paesi non può essere condivisa» e il piano della maggioranza «è sbagliato e pericoloso, e deve essere fermato».
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