La doppiezza dei giallorossi che chiudono i migranti in Libia

La doppiezza dei giallorossi che chiudono i migranti in Libia

Non ho capito. Il ritornello che ci è stato inflitto a martellate nel cranio durante la stagione del precedente governo in materia di profughi era questo: non si possono rispedire in Libia questi poveri disgraziati, perché in quel delizioso Paese liberato da Gheddafi i profughi sono torturati e violentati in veri campi di concentramento. Dunque, vanno salvati dall'inferno libico in cui mai li faremo tornare.

In una indimenticabile puntata di Quarta Repubblica di Nicola Porro un accurato reportage registrava così il racconto dei profughi: «Gli scafisti sono un'agenzia che fa pagare 1.600 euro per un viaggio con check in sulla costa libica e check out sul gommone nel primo tratto di mare su cui operi una tracciabile nave Ong, la quale a sua volta vede chi sta arrivando perché col Gps non c'è neanche bisogno di usare il telefono satellitare». Poi, ricordiamo noi, le Ong raccolgono i profughi annunciando a gran voce davanti al mondo che mai riporteranno in Libia i profughi e chiedono di attraccare in un porto legalmente o illegalmente.

Ora il magnifico governo pezzato e multicolore al comando, ci fa sapere dal suo sempre vigile premier che la soluzione del problema dei profughi sta nel farli restare in Libia, chiudendo le vie d'uscita.

Quindi, il governo mai tanto di sinistra sta cercando di risolvere il problema fornendo più lucchetti e fili spinati ai libici in omaggio al noto principio secondo cui occhio non vede, cuore non duole. Ma non sono dei geni? Della doppiezza, quanto meno?

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