Dorme in classe: "La notte resto sveglia per paura di mio padre"

Torino, tredicenne fa arrestare il genitore. E a Napoli in cella un uomo che minacciava il figlio gay

Dorme in classe: "La notte resto sveglia per paura di mio padre"
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Due storie simili di violenze domestiche subite da due ragazzini, che hanno trovato nella scuola il luogo di sfogo e di denuncia. La prima arriva da Torino, dove è stato un sonno sul banco a svelare la vicenda. Una studentessa tredicenne di Torino dormiva spesso in classe e quando la sua docente le ha chiesto il motivo di tanta spossatezza, la ragazzina ha risposto così: «Di notte non riesco a dormire. Ho le allucinazioni. Ogni sera succede la stessa cosa. Mio padre racconta come ucciderà mia mamma. In quale modo potrebbe tagliarle la gola». L'insegnante ha portato la ragazzina dallo psicologo scolastico e il racconto della tredicenne è finito in un verbale quattro pagine che ha portato all'arresto dell'uomo, di 52 anni. L'uomo ha patteggiato due anni, con la condizionale subordinata all'obbligo di frequentazione per un anno di un centro per uomini violenti. A confermare la vicenda la madre della ragazzina: «Se n'era andato in Polonia e ci era rimasto tanti anni. Aveva aperto un ristorante. Quando è fallito è tornato. Ed è diventato violento. Geloso in maniera ossessiva. Mi ha messo le mani addosso davanti alle bambine. Ha cercato di strozzarmi. Ha messo nel mio cellulare un'applicazione per controllare i miei spostamenti. Leggeva chi mi chiamava, chi mi scriveva. Quando ho deciso di separarmi, mi ha detto che mi avrebbe uccisa: lo diceva anche prima. Ma questa volta era più convinto. Ho chiesto aiuto. Ci hanno messe in un luogo protetto. Lui ha seguita per giorni, anche dove facevo il corso di formazione», costringendo la donna a denunciarlo una prima volta.

La seconda storia arriva da Napoli, dove un uomo che non accettava che il figlio fosse gay ha preso a perseguitarlo con minacce di morte via whatsapp, anche mentre il quindicenne era a scuola. Ma il padre non si limitava alle minacce: una volta ha picchiato il ragazzo con una chiave inglese al volto, alle gambe, al collo senza che il resto della famiglia intervenisse. Finché il giovane ha deciso di raccontare tutto ai suoi docenti, leggendo in classe ad alta voce i messaggi minatori del padre. E gli insegnanti lo hanno convinto a denunciare le violenze, portando all'arresto dell'uomo, un 48enne pregiudicato, con l'accusa di maltrattamenti. Il 15enne è ora in una comunità protetta. Dell'accaduto è stata anche informata la procura dei minorenni.

Sulla vicenda interviene anche l'Arcigay di Napoli che lancia l'allarme su un probabile altro caso, quello di una 14enne che si è tolta la vita a Caserta e su cui da due settimane stanno indagando i carabinieri, che stanno cercando di approfondire alcune voci insistenti circolate nei giorni della tragedia, ovvero che la ragazza avesse tentato il suicidio per contrasti in famiglia dovuti a ragioni di identità sessuale; ma per ora non sarebbero emersi elementi in tal senso.

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