I nodi da sciogliere sono ancora tanti e probabilmente aumenteranno strada facendo. Ma il piano vaccini è ufficiale. Lo ha presentato ieri al Parlamento il ministro alla Salute Roberto Speranza mentre le case farmaceutiche si stanno ancora rincorrendo nel rush finale per mettere in commercio la prima dose.
Le fiale anti Covid opzionate dall'Italia sono oltre 202 milioni (prodotte da sei case farmaceutiche) e saranno sufficienti per vaccinare i 40 milioni di cittadini che ci si è prefissati di raggiungere e per avere in casa le scorte di sicurezza. Le dosi, per cui è previsto l'acquisto centralizzato, saranno gratuite e dovrebbero arrivare nei primi tre mesi del 2021 e verranno distribuite soprattutto tra la primavera e l'autunno. Nel dettaglio, i nostri magazzini saranno dotati di 40,38 milioni di vaccini Astrazeneca, i più facili da conservare, 53,8 milioni di Johnson&Johnson, 40,4 milioni di Sanofi, 27 milioni di Pfizer, 30,2 milioni di CureVac e 10,7 milioni di Moderna.
Mentre si è deciso di rimandare il tema dell'obbligatorietà, che per ora non ci sarà, sono state confermate le categorie da vaccinare per prime: si comincia con gli operatori sanitari, gli ospiti delle Rsa, gli anziani.
Ma il problema principale da affrontare riguarda la logistica. Che, se non dovesse funzionare, comprometterebbe l'intera riuscita del più grande piano vaccinale della storia. «Da un mese chiediamo un tavolo di imprenditori coordinato dal governo - sollecita Paolo Uggè, presidente Conftrasporto - Dobbiamo passare dalla teoria alla pratica, altrimenti ci troviamo a consegnare i vaccini con le Panda scassate, come è accaduto pochi anni fa per alcuni farmaci oncologici». Speranza rassicura. «Abbiamo considerato diversi aspetti, tra cui la catena del freddo estrema per la conservazione di alcuni vaccini o la catena del freddo standard, il confezionamento dei vaccini multidose e la necessità di diluizione». I vaccini di Pfizer a Moderna, i primi in arrivo ma i più complicati da conservare, verranno consegnati dalle due case farmaceutiche in freezer a meno 70 gradi e arriveranno direttamente nei 300 punti vaccinali programmati. Invece i vaccini che si possono conservare a temperature più standard verranno distribuiti dalle forze armate. I militari, già attivi nel piano anti Covid con servizio tamponi e gestione dei punti drive through, si occuperanno «non solo dell'attività di somministrazione ma anche dello stoccaggio, della sorveglianza e della distribuzione capillare su tutto il territorio» specificano al ministero della Difesa. Per vaccinare tutti gli italiani occorre il personale, che sarà costituito da un numero flessibile di medici, infermieri, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari e personale amministrativo di supporto. Si stima al momento un fabbisogno massimo di circa 20mila persone. Verranno quindi attivati bandi nelle prossime settimane per reclutare la squadra vaccini.
Uno degli aspetti chiave per la riuscita del piano è anche la campagna informativa. Al momento sembra che il 30% della popolazione si rifiuterà di vaccinarsi, rischiando di mandare all'aria l'obbiettivo immunità di gregge da raggiungere. «Avremo un moderno sistema informativo, per gestire in modo efficace, integrato, sicuro e trasparente la campagna di vaccinazione» ha promesso il ministro Speranza.
Infine la farmaco sorveglianza e una sorveglianza immunologica (affidata ad Aifa) per assicurare il massimo livello di sicurezza nel corso della campagna di vaccinazione. Di fatto si controlleranno le reazioni reali, al di là dei gruppi della sperimentazione, del vaccino, per individuare reazioni anomale o eventuali problemi causati dalla conservazione delle dosi.
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