Il caso era già scoppiato da tempo e le critiche per una mancata pronuncia da parte del Papa non erano mancate. Ora la svolta. Francesco ha stabilito che padre Marko Rupnik, l'ex gesuita sloveno noto per i suoi mosaici, accusato di aver commesso abusi psicologici e sessuali su diverse religiose della Comunità di Loyola a Lubiana, di cui era il padre spirituale, sia processato in Vaticano. «Nel mese di settembre riferisce un comunicato della Santa Sede - la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha segnalato al Papa gravi problemi nella gestione del caso di padre Marko Rupnik e la mancanza di vicinanza alle vittime». Per questo, il Pontefice «ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo». Le accuse verso Rupnik sono emerse nel dicembre 2022. La Compagnia di Gesù confermò che il procedimento era stato condotto dal Dicastero per la Dottrina della Fede e si era concluso con la prescrizione dei delitti contestati. L'ex Sant'Uffizio riconobbe che da parte del religioso c'era stata l'assoluzione del complice, e quindi Rupnik era incorso nella scomunica, poi revocata per via del suo «pentimento». Nel frattempo, però, erano emersi nuovi casi. La Compagnia di Gesù chiese nuovamente alla Dottrina della Fede di svolgere un processo, ma il dicastero decise di non procedere. Molti «accusarono» il dicastero vaticano e il Papa in primis di voler coprire un gesuita. Fu invece il superiore generale della Compagnia di Gesù a imprimere una svolta nel caso, decidendo di «dimettere» Rupnik a causa del suo «rifiuto ostinato» di obbedire alle restrizioni impostegli, e invitò le vittime a farsi avanti. Infine la decisione tanto attesa di Francesco, ovvero di «derogare alla prescrizione». Rupnik che proprio negli ultimi giorni è stato incardinato nella diocesi slovena di Capodistria dovrà rispondere delle sue azioni.
Intanto, un altro dossier ha scosso la chiesa universale. Il difensore civico spagnolo ha presentato al Congresso dei Deputati il rapporto sui casi di abusi ai danni di minori commessi in ambienti della Chiesa cattolica. Si tratta del primo resoconto ufficiale sul fenomeno: un rapporto shock che parla di 440mila casi di abusi (la metà a danno di minori). Di questi lo 0,6% ha subito violenze da parte di sacerdoti o religiosi, il resto da parte di laici in ambienti cattolici.
Il responsabile del rapporto, Ãüngel Gabilondo, ha anche proposto un fondo di risarcimento statale per le vittime, denunciando, in particolare, «il silenzio di chi avrebbe potuto fare di più per prevenire» il tragico fenomeno della pedofilia nella Chiesa. Immediato il commento del premier ad interim spagnolo Pedro Sanchez: «Oggi il nostro Paese è diventato migliore».
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