L'ostruzionismo non è solo prerogativa parlamentare. Ora coloro che rifiutano il vaccino, i no vax disseminati in ogni categoria, prendono tempo, cercano di rinviare il più possibile la vaccinazione e mettono in grande difficoltà i medici di medicina generale che li assistono facendo le più disparate richieste preventive. La più gettonata è una lettera spedita via Pec con allegata la richiesta di una sfilza infinita di esami diagnostici, diciassette per la precisione. La lettera che va per la maggiore esordisce così: «Per tutelare la mia salute e definire uno stato di compatibilità vaccinale, ritengo mio diritto poter eseguire alcuni accertamenti visto che alcune persone hanno avuto reazioni avverse alla vaccinazione anti-Covid». Come conseguenza di questa premessa, il paziente richiede, tra l'altro, prelievo del sangue completo, controllo di cinque proteine, sierologico, emocromo, funzionalità ematica e renale oltre alla visita allergologica e internistica (per temuta reazioni avverse al vaccino).
Segue poi una lunga quanto discutibile rivendicazione che riguarda «la tutela dei diritti alla sicurezza e al benessere dei soggetti che devono prevalere sull'interesse della scienza e della società» e la missiva si conclude con una richiesta velatamente minacciosa: «Senza gli accertamenti richiesti, la ritengo responsabile penalmente e civilmente della minima reazione avversa». La lettera lascia intuire che ci sia lo zampino di qualche zelante associazione no vax che ha confezionato un prestampato dove ogni paziente inserisce il proprio nome e spedisce la mail, a scanso di equivoci, via Pec. Michele Montechiari, medico a cui è arrivata una lettera di questo tenore da una sua paziente, ha tentato, nonostante tutto di dialogare. Con scarso successo. «Mi sono ovviamente rifiutato di prescrivere alcunché visto che ogni esame dev'essere effettuato solo se c'è un sospetto diagnostico racconta - Ho spiegato alla paziente che ci atteniamo ai protocolli, che nessuno degli esami è richiesto prima di fare il vaccino. Ma la signora ha replicato che non vuole fare la cavia, che il vaccino è sperimentale e che io non capivo nulla».
E siccome la pazienza di un medico ha un limite, Montechiari ha preso la sua decisione. «Non mi sono fatto intimidire, ma non ci sono più le condizioni per un rapporto di fiducia tra medico e paziente, così ho chiesto all'Asl di cancellarla dalla lista dei miei assistiti». La signora, un'ostetrica che lavora in un grande ospedale di Milano, ha cambiato medico a cui probabilmente avrà inoltrato le stesse richieste. Peccato che a furia di temporeggiare, rischia di perdere posto di lavoro e stipendio. Girano altre mail, meno minacciose, ma altrettanto insidiose. Si chiedono ai medici spiegazioni dettagliate su studi, ricerche. In una si elencano ben 16 documenti relativi al vaccino da analizzare, compreso il contenuto del foglietto illustrativo. In un'altra si chiede al medico se ci sono casi in cui il siero sia sostituito da acqua per sperimentare l'effetto placebo. Anna Carla Pozzi, segretario Fimmg di Milano è stata una delle destinatarie. «Effettivamente circolano mail inquietanti. E l'unico strumento che ha il medico per contrastare eventuali contenziosi futuri è la ricusazione del paziente». Anche negli hub le storie curiose non mancano.
«Una sanitaria si è presentata chiedendo l'esenzione perché aveva una patologia neurologica ma non mi ha presentato certificazione dello specialista - racconta Pozzi Naturalmente non potevo assecondarla e lo ho chiesto di firmarmi il modulo di rifiuto al vaccino». Inutile dire che la signora è andata su tutte le furie dicendo che il neurologo l'aveva esentata solo telefonicamente e ha strappato il modulo uscendo indignata dall'hub. Senza il vaccino.
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