L'Italia non è entrata ufficialmente in un'economia di guerra. Però ecco che il presidente del consiglio Mario Draghi chiede agli italiani di prepararsi all'ipotesi di razionamenti alimentari ed energetici: «Se le cose continuassero a peggiorare dovremmo cominciare a entrare in una logica di razionamenti. Non siamo in questa situazione, ma bisogna prepararci a questa evenienza».
Lo scenario viene evocato nel corso della conferenza stampa, convocata nella sala polifunzionale della presidenza del Consiglio, al termine del Consiglio dei ministri che dà il via libera al decreto per lo stop allo stato di emergenza.
Il premier promette aiuti immediati a imprese e famiglie. Già oggi il pacchetto dovrebbe incassare l'ok del Cdm, senza ricorrere allo scostamento di bilancio: «Le sanzioni hanno conseguenze anche su noi stessi. Se dovessero diventare più dure il governo è pronto e a disposizione e sta lavorando per aiutare imprese e famiglie in questo momento difficile. La ripresa conosciuta l'anno scorso va preservata il più possibile vogliamo che l'economia italiana non sia colpita e cerchiamo di attenuare le conseguenze della guerra. Aiutiamo le imprese a mantenere la loro competitività e anche a volte a sopravvivere e vogliamo aiutare le famiglie».
Il premier Draghi pressa per un coordinamento europeo per imporre un tetto all'aumento dei prezzi di materie prime e carburanti: «La riunione con il presidente spagnolo, Pedro Sanchez, e con quello portoghese, Antonio Costa, è nata molto spontaneamente e può essere importante per coordinare le nostre posizioni. Noi siamo convinti che sia necessario un tetto europeo al prezzo del gas, è un fatto che in Europa sia superiore a tutte le altre parti del mondo».
Il capo dell'esecutivo non vede ancora un pericolo recessione in Italia e annuncia l'ok al Def già a fine mese.
Sull'escalation del conflitto, l'ex numero uno della Bce non raccoglie l'appello del premier ucraino Volodymyr Zelensky sulla no fly zone: «Non è possibile, significa entrare in guerra. La maggioranza dei paesi Nato è su questo fronte».
E insiste sulla strada delle sanzioni contro Mosca: «Il governo tanto è convinto che queste sanzioni siano appropriate e possano essere rinforzate in futuro se lo richiede l'evoluzione della guerra, quanto è pronto e sta lavorando per aiutare imprese e famiglie».
Si mostra, invece, ottimista sulla soluzione diplomatica affidata a Cina e Usa: «L'incontro con Sullivan è stato importante. Il canale di diplomazia tra Usa e Cina si sta ancora costruendo, non ci sono sviluppi prevedibili a breve perché da parte del presidente Putin non c'è volontà di pace, ma di guerra. I progressi sui colloqui di pace sono stati smentiti dalla stessa Russia. I fatti ci mostrano dall'inizio dell'invasione una determinazione a cercare la guerra. Anche durante i colloqui tra Russia e Ucraina non c'è stato un cessate il fuoco. Però la pace va cercata a ogni costo e bisogna essere credibili, Cina e Usa lo sono». Poi l'annuncio della visita negli Usa: «Il presidente Biden lo vedrò al prossimo vertice della Nato. Poi stiamo lavorando per la mia visita a Washington, che ci sarà presto, nei prossimi 2-3 mesi».
In chiusura arriva l'assist al leader della Lega, Matteo Salvini: «A differenza di altri leader europei nazionalisti, il leader della Lega sostiene al momento un
governo europeista», rispondendo a una domanda sulle affermazioni dello spagnolo Sanchez per il quale con Abascal (il leader del partito spagnolo di estrema destra Vox), Salvini e Le Pen al governo sarebbe la morte dell'Europa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.