"Abbiamo quattro vaccini sicuri ed efficaci. Il nostro obiettivo è vaccinare più persone possibili nel più breve tempo possibile". Mario Draghi vuole accelerare e sprona tutti i protagonisti a velocizzare le procedure per mettere in salvo i cittadini dai pericoli del Coronavirus. Un'azione doverosa dopo mesi di sacrifici richiesti agli italiani, che adesso attendono di tornare alla normalità. L'obiettivo è raggiungibile solamente grazie a un'efficiente sinergia tra le forze in campo, quelle dietro le quinte e la popolazione. In tal senso il presidente del Consiglio è stato molto chiaro: "Dobbiamo essere uniti nell’uscita dalla pandemia come lo siamo stati soffrendo, insieme, nei mesi precedenti. Solo con una sincera collaborazione tra Stato e Regioni, in nome dell’Unità d’Italia, il successo sarà pieno".
Il presidente del Consiglio, intervenuto al Senato in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 marzo, ha preso il modello Regno Unito come riferimento per proseguire più rapidamente la campagna di vaccinazione: "Una logistica efficiente, meno requisiti formali e maggiore pragmatismo assicurano maggiore velocità". Il capo del governo ha sottolineato l'importanza di chiedere alle case farmaceutiche il pieno rispetto degli impegni: "L'Unione europea deve fare pieno uso di tutti gli strumenti disponibili, incluso il Regolamento Ue per l'esportazione dei vaccini, approvato il 30 gennaio". Un regolamento che fa chiarezza sulla distribuzione dei vaccini al di fuori dell'Ue, soprattutto verso quei Paesi che non si trovano in condizioni di vulnerabilità, "e riteniamo e lo abbiamo dimostrato che va applicato quando necessario".
La strigliata alle Regioni
Draghi da Palazzo Madama ha strigliato le Regioni, invitandole a seguire le priorità del piano nazionale. Quanto alla copertura vaccinale degli over 80, il premier ha evidenziato tristemente la presenza di differenze regionali "che sono molto difficili da accettare". Da una parte vi sono i territori che seguono le disposizioni del Ministero della Salute, mentre dall'altra alcuni "trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale". Procedere spediti è sicuramente importante, "ma è cruciale vaccinare prima gli anziani e i fragili che più hanno da temere dal virus". Qualche risultato non è tardato ad arrivare: "L'86% degli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali ha già ricevuto una dose di vaccino e oltre due terzi ha completato il ciclo vaccinale".
Non ha nascosto i problemi relativi alla campagna vaccinale, auspicando in un deciso cambio di passo per "compensare i ritardi di questi mesi". In realtà una svolta si è già registrata: nelle prime tre settimane di marzo la media delle somministrazioni è stata pari a 170mila dosi al giorno, più del doppio della media dei due mesi precedenti. "Il nostro obiettivo è portare il ritmo a mezzo milione al giorno", ha aggiunto Draghi. Se paragonate al resto d'Europa, "le cose qui già ora vanno abbastanza bene". Per vaccini fatti l'Italia è seconda dopo la Spagna, "ma per i noti motivi l'Unione europea si colloca dietro molti altri Paesi".
Le riaperture
Il presidente del Consiglio ha toccato anche il tema delle riaperture, da pianificare mentre si porta avanti il piano di vaccinazione per non farsi trovare impreparati quando la situazione epidemiologica consentirà di allentare le restrizioni.
Se le circostanze dovessero permetterlo, "cominceremo a riaprire la scuola in primis e almeno le scuole primarie e dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua". Parole accompagnate da un lungo applauso dell'Aula del Senato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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