Draghi al timone della nave Italia. "Centreremo tutti gli obiettivi, aria di rinascita"

Che tempo: nuvole sui mercati, acque politiche increspate, venti gelidi dall'est, problemi con il gas. Ma niente paura, Mario Draghi è al timone e augura buona navigazione

Draghi al timone della nave Italia. "Centreremo tutti gli obiettivi, aria di rinascita"

Che tempo: nuvole sui mercati, acque politiche increspate, venti gelidi dall'est, problemi con il gas. Ma niente paura, Mario Draghi è al timone e augura buona navigazione. Eccolo infatti il premier, plasticamente, iconograficamente, sulla plancia di comando della motovedetta della Guardia Costiera CP288 mentre si fa un giretto per il porto di Genova, città simbolo della ripartenza e delle opere pubbliche realizzate in fretta, e annuncia che, tranquilli, «anche quest'anno raggiungeremo gli obbiettivi del Pnrr». Insomma, c'è da lavorare, però la rotta è giusta e i miliardi europei non ci sfuggiranno. E siccome «il governo non dimentica il presente e le difficoltà di famiglie e imprese», Palazzo Chigi «sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni» sul caro bollette.

La potenza delle immagini: la nave nelle sue mani, poi il gilet giallo quando va sul cantiere ferroviario del terzo valico. La forza delle parole che tutti attendevano, sulla crisi energetica e sul Recovery. Il luogo giusto per il primo viaggio fuori Roma dopo la giostra del Quirinale, quella Genova dove i soldi sono stati spesi bene e il Ponte ricostruito. Il messaggio è partito e poco importa se i 4 o 5 miliardi o più che l'esecutivo riuscirà a stanziare senza sforare il deficit basteranno a compensare gli aumenti di gas e luce, quello che conta è la sostanza politica, il ritorno di SuperMario. E dunque Draghi, al termine di settimane tribolate, nonostante lo stato di agitazione permanente della sua maggioranza, sta sul pezzo, o quantomeno mostra di avere la testa sull'azione di governo. Un occhio al breve periodo, cioè a raffreddare le bollette, e lo sguardo sull'anno che manca alle elezioni politiche. Messo quasi sotto controllo il Covid, programmate le riaperture, ora il Pnrr sarà la bussola dell'esecutivo nello scorcio finale della legislatura. «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza - spiega a Palazzo San Giorgio - appartiene a tutti gli italiani. Dobbiamo portarlo avanti con unità, fiducia e determinazione». Ce la faremo? «Nel 2021 abbiamo raggiunto tutti gli obbiettivi previsti, lo stesso accadrà quest'anno».

Negli ultimi giorni il premier ha chiesto ai suoi ministri un rapporto dettagliato sullo stato di avanzamento dei progetti. Qualcuno è ancora indietro, bisogna accelerare. «È una questione di serietà verso i cittadini e i nostri partner europei. Ed è una questione di affidabilità, perché la crescita sostenuta, equa, sostenibile e il miglior custode della stabilità. Questa è l'Italia, un Paese capace, di giovani e donne, che non dimentica i deboli, protegge gli anziani e dove c'è spazio per il futuro».

E non è un caso che Draghi abbia scelto Genova per ripartire. I cantieri ferroviari sulla linea per Milano, i lavori nel porto, la ricostruzione del Ponte. Una città emblema della rinascita, una strada da seguire per spingere al massimo la realizzazione di opere pubbliche finanziate anche con i soldi dell'Ue. Le risorse del Pnrr e del programma straordinario, dice, «ci consentono di rendere il porto ancora più competitivo e sicuro: vogliamo migliorare la connessione con le reti stradali e le ferrovie per far fronte alla concorrenza degli altri scali mediterranei e nord-europei». Genova è un paradigma e l'Italia, che è soltanto «diciannovesima al mondo nella classifica per tempi e costi associati alla logistica», deve seguirne le tracce. Troppa burocrazia. «Dobbiamo abbattere gli ostacoli, cogliere appieno i vantaggi dell'aumento degli scambi commerciali, ampliare le infrastrutture, sveltire la digitalizzazione, ridurre le inefficienze».

La città lo accoglie con «calore» e speranza: dalla cerimonia con il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci alla visita ai cantieri fino all'incontro con i parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi. La madre di Mirko Vicini, operaio, 30 anni, l'ultimo corpo estratto dalle macerie, gli porge il libro che racconta il dramma di 43 famiglie.

Draghi si commuove e l'abbraccia. «Il vostro dolore è il nostro. Il coraggio dei genovesi ci mostra come ripartire dopo una tragedia. Un esempio di collaborazione, rapidità e concretezza». Un modello? «Questa è l'Italia per cui lavoro».

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