Quando c'è di mezzo Putin i «cinque anelli» non portano mai nulla di buono. Nel 2008 Zar Vladimir approfittò dei giochi di Pechino per dare una lezione alla Georgia. Nel 2014, mentre a Sochi si gareggiava sulla neve, gli «omini verdi» di Mosca si papparono la Crimea. L'apertura dei Giochi di Pechino non promette di meglio. La partecipazione del presidente russo, presentato dal cerimoniale come l'ospite di maggior rilievo, sarà accompagnata da un summit a quattr'occhi con Xi Jinping.
L'evento è anche lo specchio degli errori paralleli commessi da Cremlino e Casa Bianca nell'affrontare la crisi ucraina. Da una parte l'impenetrabile Vladimir, presunto maestro di giochi strategici, è riuscito a resuscitare un'Alleanza Atlantica data per agonizzante. Dall'altra Joe Biden, invece di ridimensionare il Dragone e spostare nell'Indo-Pacifico lo scontro globale ha cementato l'alleanza russo-cinese. E riportato la guerra fredda nel Vecchio Continente cancellando il peso politico-strategico dell'Ue.
Ma le sviste di Putin non sono da meno. Le implicite minacce d'invasione dell'Ucraina, accompagnate dalla richiesta di escluderne l'adesione alla Nato e di ritirarne armi e contingenti dalle frontiere orientali dell'Europa, hanno cancellato le considerazioni di Trump su una Alleanza ormai «obsoleta». O quelle di un Macron sulla morte cerebrale della Nato. Errori di non poco conto visto che persino due nazioni tradizionalmente neutrali come Finlandia e Svezia stanno accarezzando l'idea d'aderire al Patto Atlantico. Ma la svista peggiore del Cremlino è la pretesa di trattare solo con Washington escludendo così un'Ue che, in virtù delle posizioni di Paesi come Germania, Francia e Italia, è sempre più disponibile al negoziato della Nato. Un errore che contribuisce a riportare lo scontro con gli Usa nel cuore del Vecchio Continente realizzando l'opposto di quanto la Russia poteva desiderare.
Alla Casa Bianca non va meglio. L'abbraccio tra Xi Jinping e Putin, accompagnato da un'interscambio economico che ha toccato nel 2021 la cifra record di 146 miliardi di dollari, contribuisce a disinnescare le sanzioni economiche su cui la Casa Bianca punta per fermare Putin. E per quanto Pechino non sia disposta ad impegnarsi sull'Ucraina o sul fronte europeo Biden dovrà fronteggiare un alleanza tra giganti capace, grazie ai veti in ambito Onu, di annullare qualsiasi iniziativa multilaterale di Washington.
Senza contare che l'impegno sul fronte orientale dell'Europa potrebbe precludere qualsiasi possibilità d'intervento su quello del Pacifico. Un handicap non da poco. Anche perchè difendere Kiev per poi lasciare Taiwan nelle mani di Pechino equivarrebbe, per Washington, ad uno smacco peggiore della resa afghana.
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