Due turiste minorenni stuprate al lago

Menaggio, fermati un italiano e due stranieri. A Parma 21enne violentata e seviziata per ore

Ancora violenza sulle donne, ancora stupri. In provincia di Como tre uomini sono stati fermati perché sospettati di aver violentato due ragazze minorenni a Menaggio. E a Parma sono stati indagati in due con le accuse di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate nei confronti di una ventunenne ridotta in gravi condizioni.

In serata il comando provinciale dei carabinieri di Como ha diffuso una nota in cui ha dato notizia dei tre fermi disposti dalla procura della città lombarda per il reato che sarebbe stato compiuto contro due diciassettenni nei primi giorni di agosto. I fermati sono un italiano e due stranieri con documenti regolari, tutti e tre maggiorenni intorno ai 20 anni di età, lavoratori stagionali a Menaggio. Le due ragazzine, invece, hanno 17 anni, sono residenti in provincia di Varese ed erano in vacanza sul Lago di Como; e hanno denunciato loro stesse ai carabinieri gli abusi che avrebbero subito. Da quanto si è appreso avrebbe partecipato alla violenza anche una quarta persona, uno straniero, che ora le forze dell'ordine stanno cercando. Indagini, quindi, ancora in corso.

Lo stupro di Parma, invece, presenta un quadro investigativo più definito. La vittima sarebbe stata torturata e violentata per una notte intera da Federico Pesci di 46 anni e il nigeriano 53enne Wilson Ndu Anyem, ora indagati per violenza sessuale e lesioni pluriaggravate che hanno spinto il capo della Mobile Cosimo Romano a riportare così le parole del medico del Pronto soccorso che ha curato la ragazza: «In 7 anni di emergenze non ho mai visto una violenza così brutale e una donna ridotta in simili condizioni».

I fatti sono accaduti fra il 18 e il 19 luglio e cominciano con un aggancio su facebook. Lui è l'imprenditore di successo, quello che in città tutti conoscono. Si è costruito un piccolo impero aprendo sette negozi di attrezzature sportive. Uno dei suoi marchi sfila anche a Pitti.

Lui convince lei: corteggiamento costante e mirato. Un invito per un giro con una delle sue Harley e un aperitivo: è l'inizio della fine. È mezzanotte quando i due si trasferiscono nell'attico di Pesci per finire la serata in modo più intimo. Tutti adulti, vaccinati e concordi. Poi, però, arriva lui: Pesci chiama lo spacciatore nigeriano per un «supporto». Ma la roba viene consumata subito e i due si trasformano in carcerieri per la ragazza, che frustano, legano, imbavagliano e violentano. I due per farsi forza chiamano altri spacciatori che però consegnano e non si accorgano della violenza in corso. All'alba viene liberata, ma alla fine del martirio manca l'ultimo rapporto sessuale che lei subisce inerme. Quindi Pesci la riaccompagna a casa.

Lei vorrebbe dimenticare, non avrebbe nemmeno la forza di denunciare, ma il suo corpo parla: i segni della violenza sono evidenti e la madre la porta al pronto soccorso. È li che ragazza parla con i poliziotti, confermando ciò che un bollettino medico può solo sintetizzare in 45 giorni di prognosi.

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