Duello tra Lega e Forza Italia. "Ma il governo non vacilla"

Scontro tra alleati sul sì a Ursula. Il Carroccio: "Fate il gioco della sinistra". Fi: "I sondaggi ci danno ragione"

Duello tra Lega e Forza Italia. "Ma il governo non vacilla"
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«Imbarazzante votare in Europa insieme alla Schlein». «Mi attengo ai fatti: noi siamo influenti nella governance Ue, i Patrioti sono ininfluenti». La conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione continua ad accendere scintille dentro la maggioranza, in particolare tra Lega e Forza Italia. Se i primi puntano il dito contro la compagine parlamentare che sostiene il governo europeo, i secondi fanno notare sarà soltanto una la forza che potrà farsi valere nell'esecutivo comunitario: Forza Italia appunto.

Il derby europeo ha una genesi multiforme. C'è l'onda lunga del proporzionale con cui fare i conti e un sorpasso - quello di Forza Italia sul Carroccio - che necessita un cambio di rotta comunicativo da parte della Lega. C'è una conoscenza sempre più diffusa di un personaggio come Von der Leyen che inizia a entrare nell'immaginario degli italiani come figura politica di parte, risultando sempre meno trasversale e istituzionale. Inoltre c'è la volontà della Lega di identificarsi in una nuova Europa, rilanciando la contrapposizione tra potere e popolo. Nel partito di Salvini, in realtà, dopo alcuni giorni in cui si è deciso di dare fuoco alle polveri, si cerca di far stemperare il livello dello scontro. Solo l'europarlamentare Silvia Sardone ribadisce che «il bis della Von der Leyen significa un bis dell'Europa delle tasse dell'immigrazione senza limiti e delle follie estremiste Green. Chi la sostiene fa il gioco delle sinistre e dei Verdi».

Dentro Forza Italia, invece, Antonio Tajani sulle colonne del Corriere della Sera sottolinea che mentre il Ppe e Forza Italia «daranno le carte», i Patrioti - la famiglia Ue del partito di Salvini - sono «ininfluenti». «È davvero puerile sostenere che il tuo peso dipende da chi fra gli altri vota il tuo candidato, perché - lo ricordo - Ursula Von der Leyen era la candidata del Ppe, del quale noi siamo componente fondamentale. Sarebbe come se io dicessi che Salvini ha votato con Salis, Rackete, Fratoianni e Conte». E poi la stoccata: «I primi sondaggi ci danno in crescita, si conferma la bontà della nostra scelta». Sì, perché se da una parte la Lega pensa di capitalizzare la propria opposizione al «potere europeo», gli azzurri sono convinti di poter aumentare la propria percezione di forza responsabile e affidabile, anche presso i ceti produttivi.

Possibili conseguenze sul governo? Nessuno ci crede realmente. «Forza Italia e Lega militano da sempre in famiglie politiche diverse» fa notare Alessandro Cattaneo. «Ursula Von der Leyen ha detto che scriverà la versione aggiornata del Green Deal. Cari italiani, credete che sia meglio avere una forza che siede nello stesso partito e può condizionare a favore o dell'industria italiana scelte così determinanti o che sia preferibile stare fuori dalle stanze in cui si decide il futuro dell'Europa?». Una linea condivisa anche da Erica Mazzetti. «Nessuna rottura. Altri promettono cose che non hanno in mano, noi siamo al lavoro per fare battaglie fondamentali gli italiani». Insomma se nessuno nasconde qualche fibrillazione anche su altri fronti - ad esempio sulla scarsa comunicazione interna in merito all'intitolazione dell'Aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi o sulla norma sui minori in carcere - l'ipotesi che lo scontro possa aprire una faglia nel terreno governativo non appare credibile.

Sullo sfondo Fratelli d'Italia osserva a distanza lo scontro e ricorda a tutti che non c'è spazio per proiettare sull'Italia le tensioni europee. «Se dovessimo riscontrare problemi - dice Raffaele Speranzon - porremo una questione politica all'interno della coalizione».

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