Roma - La Corte costituzionale preferisce i pensionati ai contribuenti. Se con la recente sentenza sulla rivalutazione degli assegni, la Consulta sembra avere dimenticato gli effetti delle sue decisioni sui conti pubblici e sull'equilibrio del sistema previdenziale, adesso pare abbia deciso di accettare le tesi di Equitalia. In sintesi, è giusto che un'agenzia di riscossione (quindi un soggetto quasi privato) prenda l'8 per cento sulle somme recuperate. La notizia, dal punto di vista del governo, è di quelle positive visto che la nuova sentenza eviterà un salasso da circa 2,5 miliardi di euro. Insostenibile dopo la tegola della rivalutazione costata al governo una cifra di poco inferiore.
Le questioni di costituzionalità sono state sollevate nelle commissioni tributarie di Torino e Latina su ricorsi di due contribuenti, per nulla convinti dall'aggio che applica Equitalia alle cartelle. Ricordiamo, è dell'8%. Per i primi 60 giorni della cartella è suddiviso tra intestatario (4,65%) e l'ente creditore (3,35%). Poi, passato questo periodo, viene attribuito totalmente al contribuente. La tesi di chi si oppone è che l'8% è troppo in rapporto al servizio reso da Equitalia agli enti riscossori (per non parlare di quello reso al contribuente). Poi la percentuale è fissa, non cambia con la cifra recuperata. Poca progressività, verrebbe da pensare, come il blocco delle pensioni del governo Monti bocciato dalla stessa Corte.
La percentuale di Equitalia è finita più volte sotto i riflettori. Con l'ultima legge di Stabilità il governo ha tagliato l'aggio dell'1% ed Equitalia ha compensato con dei risparmi nella gestione. Una sentenza della stessa Consulta degli anni Novanta che riguardavano enti di riscossione locale dichiarò illegittimo un aggio da 10 punti percentuale applicato in Sicilia.
Se dovessero seguire il precedente ai contribuenti dovrebbero essere restituiti circa 2,5 miliardi di euro. Ma non andrà così. A quanto pare, forse sulla spinta dell'alt pronunciato dal ministro Pier Carlo Padoan alle decisioni della Corte che non tengono conto degli effetti sui conti, i giudici costituzionali dovrebbero respingere la questione sollevata nelle commissioni tributarie.
Un respiro di sollievo per il governo, che ormai attende le sentenze della Consulta con la stessa apprensione che precede le raccomandazioni della Commissione europea. Ma anche una decisione che avrà conseguenze permanenti sui contribuenti.
Sulla sentenza si sono già scatenate le opposizioni. Nei giorni scorsi il M5S ha puntato il dito contro Padoan e la sua critica alle decisioni della Consulta. Un «ulteriore grave episodio di insofferenza del governo dei bulletti rispetto alla sacrosanta separazione e all'equilibrio tra poteri dello Stato».
Per Noi con Salvini, il responsabile economia Armando Siri ha attaccato gli avvocati di Equitalia che si sono appellati al pareggio di bilancio per «scongiurare una sentenza favorevole ai cittadini tartassati dalle cartelle esattoriali».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.