Carlo Calenda ci prova, Antonio Tajani non ci casca, la «profezia» di Luca Ricolfi si avvera. Dopo le aperture di Forza Italia su una riforma della legge sulla cittadinanza, il tema è diventato improvvisamente di attualità per le opposizioni. Fughe in avanti, pressing e tentativi di allontanare gli azzurri dalla maggioranza. L'ultima imboscata è firmata Azione ed è un emendamento al ddl Sicurezza, in cui si rilancia la stessa proposta di Forza Italia. Ovvero lo Ius Scholae: la concessione della cittadinanza agli stranieri arrivati in Italia entro i dodici anni di età dopo il completamento di un ciclo scolastico di dieci anni. Solo che Forza Italia chiude. Sia con i pesi massimi del partito come i capigruppo Maurizio Gasparri e Paolo Barelli sia con il leader Tajani. Il mantra è uno solo: non si strumentalizzi lo Ius Scholae per cercare di spaccare il centrodestra. Il vicepremier è costretto a smentire di nuovo presunte tensioni all'interno dello schieramento che sostiene il governo. «Nessun attrito», spiega Tajani da Bruxelles, dove si trova per il Consiglio informale Esteri dell'Ue. Per quanto riguarda lo Ius Scholae, aggiunge, «ne parleremo alla riapertura dell'attività parlamentare con i gruppi parlamentari di Forza Italia, ma credo che si potrà lavorare per presentare una proposta di legge che corregga alcune cose che riguardano la cittadinanza». Il messaggio è chiaro: gli azzurri potrebbero presentare una loro proposta, ma non si accoderanno a testi confezionati dal centrosinistra. Nonostante ciò Calenda ci riprova. «Chiediamo alla sinistra e a FI di sottoscrivere la proposta per lo Ius Scholae presentata da Azione. Una proposta che questi partiti hanno già dichiarato di considerare giusta e urgente. L'intento non è dividere la destra, ma unire un fronte politico ampio su una norma di buonsenso», insiste il leader di Azione.
Ma lo stesso Calenda sa benissimo di trovarsi di fronte a una babele, anche a sinistra. Il Pd ha presentato una proposta di legge a prima firma del vicecapogruppo alla Camera Paolo Ciani, in cui si prevede la concessione della cittadinanza dopo cinque anni di scuola, anziché dieci. Sempre a Montecitorio c'è un testo simile depositato dal M5s. Allo stesso tempo, ci sono pdl dei dem e di Avs che puntano sul vero obiettivo dei progressisti: lo Ius Soli.
Ed ecco che si avvera la previsione fatta dal sociologo Luca Ricolfi mercoledì in un'intervista a Il Giornale. «Elly Schlein si impunterà sul pacchetto globale (Ius Scholae + Ius Soli) per ragioni di principio, pur di non votare soluzioni, più moderate, che avrebbero anche i voti della destra», ha spiegato Ricolfi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.