E a Parigi l'ambientalismo ha portato i gilet gialli

L'ecotassa sul carburante ha scatenato le rivolte. A rischio la legge in "stile Greta"

E a Parigi l'ambientalismo ha portato i gilet gialli

Battute d'arresto, eccessi e inevitabili sbianchettature. La «transizione ecologica» è stata la casella più divisiva per il governo francese negli ultimi anni. Dal lontano 2007, quando l'idea di un governo green messa in campo da Sarkozy evaporò in pochi mesi, passando per il tentativo di Hollande di rilanciare l'Ambiente in chiave socialista, fino alla «messa a terra» di Emmanuel Macron con la nomina dell'ecologista Nicolas Hulot che sbatté la porta in una notte d'estate. E in queste ore continua a esserlo. Da quando infatti Barbara Pompili ci ha messo piede (quarto ministro in 4 anni) non ha combinato granché, se non creare scompiglio nella sua stessa maggioranza.

La frase attribuita al premier Castex («Ecologia sì, ma al servizio dell'economia») la dice lunga sulla mina vagante rappresentata dal super-dicastero tanto caro ai grillini; casella numero due dell'esecutivo d'Oltralpe, pur non inglobando lo Sviluppo economico rimasto in capo all'Economia. Uno stato di grazia di breve durata. A parte lo sciopero per il clima del 2019, la green economy di Macron finora non ha fatto altro che deludere i pasdaran verdi, scatenando l'orda dei gilet gialli contro la tassa sul carburante. Monsieur le Président ha poi bocciato buona parte delle proposte della Convenzione sul clima, spiegando di non credere «nel modello Amish» che voleva boicottare il 5G. L'ultimo flop annunciato del super-ministero è la legge «Clima e resilienza» presentata questa settimana: 65 articoli per «uscire dalla crisi». Dal vacuo inciso «rendere più verde l'economia senza danneggiarla», che pare tratto dal libro di Greta Thunberg, propone la creazione di zone a basse emissioni nei comuni con più di 150mila abitanti escludendo i veicoli più inquinanti; il «taglio» delle plastiche monouso nelle mense e tetti «verdi» obbligatori su edifici industriali di oltre 500 metri quadri. Misure che sembrano avviarsi al fallimento parlamentare dopo la retromarcia sul bando al glifosato: soltanto ridotto per non penalizzare gli agricoltori.

La maggioranza stessa si dice pronta a emendare la «legge-kamikaze» per evitare che siano gettati alle ortiche i 30 miliardi di fondi per la decarbonizzazione e anche per scansare nuove rivolte. Pronte a scoppiare se si dovessero effettivamente cancellare i voli interni se il tragitto è percorribile in treno entro le 2 ore e mezza in più. Per quest'ultima «transizione» Pompili ha concesso 4 miliardi alle Ferrovie (Sncf) per sviluppare l'offerta su rotaia. L'obiettivo è poi l'elettrico su gomma: meno del 5% delle auto nuove che emettano più di 95 grammi di CO2 per km entro il 2030.

Quindi un piano per l'installazione di 100mila stazioni di ricarica. Colonnine gestite dalle regioni e possibilità di un'eco-tassa locale. Una valutazione dettagliata d'impatto della nuova legge è attesa a giorni. L'effetto boomerang è dietro l'angolo.

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