E si torna a parlare di condono edilizio. Stavolta la firma eccellente sul provvedimento è quella dei Cinque stelle, convertiti sulla via dell'«abuso di necessità» dalla batosta elettorale.
Ieri è stato il quotidiano Il Mattino di Napoli a ricordare che il Movimento 5 Stelle, dopo la sanatoria edilizia per Ischia nascosta del decreto sulla ricostruzione di Genova, potrebbe varare un colpo di spugna sulle case abusive a livello nazionale.
Il provvedimento firmato dal senatore napoletano M5s Francesco Urraro è stato presentato a fine 2018 alla commissione Territorio, Ambiente e Beni ambientali di Palazzo Madama ed è di poche righe, appena sette. Poche ma buone perché in un solo articolo si interviene sul «pilastro» del testo unico del 2001 che stabilisce se un immobile è a norma oppure no: è la doppia conformità, necessaria per sanare un abuso edilizio. Secondo le norme oggi in vigore infatti per sanare un abuso edilizio ci vogliono due condizioni: «L'illecito - scrive Il Mattino - deve essere conforme sia alla disciplina urbanistica vigente nel momento in cui è stato compiuto sia a quella vigente quando viene presentata la domanda di sanatoria».
L'escamotage contenuto nel disegno di legge di Urraro invece elimina una parte dell'articolo 36 del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia del 2001, la frase «sia al momento della realizzazione dello stesso, sia». Il rischio è quello di sanare tutti i condoni edilizi, realizzati dal 1994 ad oggi. Basterebbe infatti che ogni Comune modificasse il proprio piano regolatore.
La motivazione proposta dal senatore Urraro è di tipo economico: secondo l'esponente M5s siccome è difficile frenare gli abusi edilizi, visto che i Comuni spesso non hanno neanche i soldi per demolire i fabbricati abusivi e considerato che ormai al Sud la criminalità organizzata fa il bello e il cattivo tempo e molte amministrazioni cadono proprio sugli abusi edilizi tanto vale arrendersi. Interpellato dal Mattino, il parlamentare M5S ha minimizzato: «La proposta è su Rousseau e dovrà ancora essere valutato».
In effetti molte amministrazioni sono sull'orlo del dissesto, sebbene dal 2003 presso Cdp esistono i 50 milioni di euro del Fondo demolizioni opere abusive, che concede ai Comuni un prestito senza interessi per demolire le opere abusive, anche quelle individuate dall'autorità giudiziaria.
Gli ambientalisti hanno già lanciato l'allarme, raccolto anche da una parte della magistratura, sul cosiddetto «effetto annuncio», che già ha pesato sulle casse dell'Erario quando si è parlato del condono fiscale.
Paventare il colpo di spugna sugli abusi significa incentivarne l'aumento. Soprattutto in quei Comuni dove il pressing della criminalità organizzata è altissima e l'eterna domanda di edilizia popolare rischia di spostare centinaia di migliaia di consensi. Basta la parola condono.
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